Antonio e Susanna
Pedron
zii di Mauro e Lisi
Antonio e Susanna Pedron sono zii di secondo grado di
Mauro
e
Lisi Cavalieri e vivono a Padova. Entrambi hanno un
carattere aperto e socievole.
Antonio è bravo a cucinare alla griglia (anche se si
sporca terribilmente), guida una Cinquecento antiquata
ed è ottimo nel fai-da-te.
Susanna ha il suo punto di forza nelle lasagne (nessuno
che le ha assaggiate potrà mai dimenticarle) ed ha il
cuore che si stringe ogni volta che vede i suoi piccoli
Cavalieri. Corpulenta e bassetta, è fierissima dei suoi
nipoti.
Susanna era cugina di Stella Cavalieri, nonché sua
testimone di nozze. Nella credenza del salotto i Pedron
tengono ancora il dono che Ruggero e Stella fecero in
occasione del loro matrimonio ai loro testimoni: un
servizio da tè cinese.
“Era il regalo dei tuoi genitori ai loro testimoni.
Un’antica credenza cinese dice che porti felicità e
amore nelle case se si dona alle giovani coppie. E loro
volevano dividere la loro felicità con chi avevano di
più caro”, dice Susanna ne 'I
lillà di Padova - Il quarto incarico'.
Alla
morte dei coniugi Cavalieri, furono Antonio e Susanna ad
occuparsi di
Mauro
e
Lisi (durante quel tragico viaggio in Toscana,
Lisi
era stata affidata proprio alle cure dei due zii mentre
Mauro
partì assieme ai genitori). Non vi erano altri parenti
più prossimi.
Al
raggiungimento della maggiore età,
Mauro
insistette per prendere lui la patria podestà di
Lisi
e convinse gli zii a tornare infine nella loro casa a
Padova, senza preoccuparsi di loro.
Zio
Antonio e zia Susanna tentennarono moltissimo, perché
amavano terribilmente i piccoli Cavalieri, ma
Mauro
fu inamovibile. Era molto affezionato agli zii, ma non
poteva permettere loro di continuare a rinunciare alla
loro vita per occuparsi di
Lisi,
quando poteva farlo lui senza problemi.
Infine gli zii cedettero, rimanendo però in costante
contatto con
Mauro
e
Lisi e continuando ad essere per loro quello che più
vicino è alla parola 'famiglia'.
Ne 'I
segreti di Tallinn - Il quinto incarico' sono appena
accennati.
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