LE TRAME DI MARY
CRAWFORD
Autunno 20…
Pochi giorni prima dell’inizio del Sesto Incarico
La signorina Mary Crawford si
avvicinò alla finestra. Braccia incrociate, labbra tese.
Un vestito da collegiale blu notte. Una spilla Trifari a
forma di alloro dorato, appuntata sul revers della
giacca avvitata.
Il cielo era ricoperto di nuvole
bianche. Era da giorni che si annunciava che l’alta
Inghilterra sarebbe stata attraversata da una forte
nevicata e ora il momento sembrava infine arrivato.
Mary alzò lo sguardo, verso la
collina che si ergeva al di là delle ultime case di
Chapel-en-le-Frith. Lì, dietro agli alberi, era nascosta
alla vista la villa di Mr. William Darcy. Una casa
antiquata, sicuramente, ma di una bellezza squisita. Le
dovute modifiche l’avrebbero di certo resa una delle
residenze più ricercate non solo del Derbyshire ma
dell’Inghilterra tutta.
L’attuale signora Darcy non era
in grado di condurla come era auspicabile. Non che
pensasse male di quella donna. Assolutamente. Era la sua
alleata più preziosa e non si sarebbe mai sognata di
esprimere a parole altro se non le lodi misurate e
leggere sul suo comportamento e la sua accoglienza. Ma
era indubbio che l’indole romantica di Diane, come la
Signora Darcy le aveva concesso di chiamarla già dopo i
primi incontri, aveva impedito al progresso di imporsi a
Villa Darcy.
La strada, che attraversava la
tenuta e si snodava tra gli alberi, era ancora in terra
battuta e una grande, vecchia, ammuffita fontana
opprimeva la vista e nascondeva la magnificenza delle
colonne che adornavano la veranda a chi si avvicinava.
Si poteva gustare la maestosità delle mura solo una
volta superato l’antiquato monumento, solo che a quel
punto ci si trovava in una posizione di tale prossimità
che la potenziale forza d’impatto della villa era andata
perduta e si godeva unicamente di una visuale
schiacciata e inappropriata.
Le rive del laghetto che si
trovava sul retro della residenza erano curate da un
giardiniere che, evidentemente, non aveva mai sentito
parlare di giardino all’italiana e la casetta ove erano
tenute le barche a remi con cui raggiungere la selvaggia
isoletta che spuntava dalle acque, sarebbe potuta,
viceversa, essere modernizzata ed utilizzata durante le
feste mondane per il buffet.
Per non parlare della biblioteca.
La signora Darcy la considerava una delle stanze più
importanti della casa e l’aveva trasferita al piano
terra, con porta finestra che dava direttamente sulla
veranda. Questo era assolutamente anacronistico e
altamente scomodo, specialmente durante i balli che la
nuova signora Darcy avrebbe dovuto organizzare. Ma anche
questo sarebbe stato un problema di facile soluzione a
tempo debito.
(segue...)
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