LE ANTICHE PIETRE
DI DALRIADA
Antico Regno di Dalriada
Keillmore Peninsula, attuale Scozia
500 d.C. circa
Autunno. Notte fonda
Il cavaliere Keene attraversò il
villaggio distrutto dall’incendio e dalla battaglia. I
piedi si muovevano veloci. La spada all’erta. Le spalle
possenti.
Raggiunse gli anziani, le donne e
i bambini che si ammassavano sul declivio, verso le
barche, mentre a nord i cavalieri continuavano a
difendere strenuamente il loro Regno dall’assalto.
La sua voce sicura calmò gli
animi spaventati e tutti iniziarono ad agire con
rapidità.
‘Dov’è la principessa Aine?’,
chiese imperioso a una giovane, che scosse il capo.
Keene la allontanò da sé
spazientito. Voltava ragazze, faceva domande, sbraitava.
Infine un anziano lo fermò. ‘E’ al villaggio’.
Neppure una risposta e il
cavaliere tornò indietro, tra rovi e fumo. ‘Aine’,
gridava. ‘AINE!’, si affacciava alle abitazioni ormai
semidistrutte.
Un’ombra entrò nella casa del
maniscalco. Keene la seguì. ‘Aine’, entrò a sua volta.
Ma di fronte a lui non si parò la figlia di Re Emerald,
bensì un guerriero infiltratosi attraverso le linee
difensive che si avventò contro di lui con la spada
sguainata.
Keene si difese e bloccò
l’assalto con la sua arma.
Iniziò un frenetico duello.
Colpi, parate, affondi.
Infine il guerriero fece volare a
terra la spada di Keene. Afferrò con entrambe le mani
l’elsa per finirlo, quando una lama improvvisa spuntò
dal fumo e si fermò vicino al suo collo.
Il guerriero si girò furioso.
Una donna teneva la spada di
Keene con fierezza.
L’uomo rise per quel fanatico
eroismo e si scagliò contro di lei. Aine parò il colpo
con un’abilità inaspettata e ingaggiò il duello.
L’uomo inciampò e Aine lanciò la
spada a Keene, che attaccò con forza, spingendolo sempre
più ad est.
Infine il guerriero perdette il
sostegno e precipitò nel burrone.
Neppure il tempo di pensare e
Keene apostrofò la principessa. ‘Ti avevo detto di
raggiungere gli altri. Perché sei tornata qui?’.
‘Mairi non c’era’, replicò decisa
Aine.
Solo allora Keene notò la bimba
tremante accanto ad una roccia. Era ammalata da giorni.
Avevano detto che non sarebbe sopravvissuta. Ma Aine
l’aveva salvata.
Keene la prese in braccio e
corsero verso le barche, pronte a veleggiare.
Aine raccolse un pugno di terra
in un fazzoletto e si imbarcò.
Keene la seguì e ordinò di
partire.
‘Non li rivedremo mai più,
vero?’, una lacrima silenziosa scese sulle lentiggini
della figlia del re.
‘Si sono sacrificati per
permettere a noi di salvarci. Era impossibile vincere la
battaglia’, spiegò Keene mentre la nave si allontanava
nella notte illuminata dal fuoco dell’incendio. ‘Se non
in abilità, ci superavano sicuramente in numero. Re
Emerald desiderava che il suo popolo si salvasse. E che
fossi tu a guidarlo’, si tolse il medaglione datogli dal
re e lo infilò al collo della giovane.
Aine lo fissò e prese a
sussurrare un’antica ballata con voce leggera, mentre le
dita stringevano i lembi del fazzoletto pieno di terra.
Uno stormo di gabbiani si alzò in volo al richiamo di
quella limpida melodia…
(Questo
racconto ha partecipato nell'agosto 2014 al concorso
letterario 'Montesilvano Scrive', classificando al 20mo
posto. Si tratta di un estratto dal prequel 'Le antiche
Pietre di Dalriada', che dà il nome al primo libro della
trilogia dell'Ottavo Incarico di Mauro Cavalieri, in
uscita nell'autunno 2014).
|