LA VENDETTA DI SAM
CAMPBELL
Letterkenny, Donegal, Irlanda
Giugno 20..
cinque mesi circa prima del Settimo Incarico
Evan Lynch era a casa sua. Nel
suo salotto. A scambiare due parole con suo padre.
Non era possibile.
Semplicemente, non lo era.
Una Galloway si diede un’ultima
occhiata allo specchio, si allacciò una sciarpa al collo
e liberò i lunghi capelli scuri, sistemò Greeny sul
letto e si rigirò la fedina di Paddy attorno
all’anulare.
Doveva uscire dalla sua camera.
Doveva liberare suo padre dal quel confronto. Doveva
fare qualsiasi cosa, tranne che rimanere lì. Solo che
doveva organizzare le idee. Capire perché il punto di
riferimento dell’area politica di Patrick O’Hara si
fosse presentato senza preavviso in quella casa con la
pretesa di parlare con lei.
Si mise più eretta ed aprì la
porta della sua camera.
Inaspettatamente sentì suo padre
ridere a qualcosa che aveva appena pronunciato Evan.
Mister Galloway stava conversando
amabilmente con Evan? Proprio lui che aveva sempre
avversato i militanti politici? Che leggendo il giornale
non lesinava mai qualche frecciata verso la sua
direzione, perché “questi Repubblicani prima o poi ci
faranno ammazzare tutti”?
Una entrò in salotto.
Evan girò immediatamente gli
occhi verso di lei, come se avesse potuto vederla anche
se era di spalle. O forse sentirla. Anche Paddy era
così. Era sempre consapevole di qualunque cosa gli
accadesse attorno. Sempre vigile. Sempre attento.
“E’ stato un piacere parlare con
lei, signor Galloway”, fece Evan stringendogli ed
avvolgendogli la mano.
“Quando vuole, è il benvenuto”,
replicò il padre di Una, lanciando un’occhiata incerta
alla figlia.
“Tornerò per cena”, riferì Una
sicura.
Poi entrambi uscirono da quella
casa.
Paddy aprì il cassetto.
Lo richiuse.
Si passò le mani tra i capelli
biondi e mossi.
Aveva detto di non voler essere
disturbato.
Aveva millantato di avere
importanti telefonate da fare, prima di andare a
quell’inaugurazione.
Si alzò.
Mani in tasca.
Uno sguardo al loro motto scritto
in gaelico.
E poi fuori dalla finestra.
Verso la sua Letterkenny.
Sam Campbell.
Sempre lui.
Di nuovo lui.
Sinceramente non lo aveva creduto
capace di arrivare addirittura a quello.
(segue...)
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