Ciao
amici,
siamo ancora tutti molto
scossi e frastornati per la straordinaria scoperta di Ida avvenuta a
Messel. E' stato davvero un evento senza precedenti, ragazzi non c'è che
dire!
D'accordo con noi è
anche il famoso naturalista inglese Colin Tudge che ha appena pubblicato
il libro 'The link', proprio su questa fenomenale scoperta.
Vi scrivo qui di seguito
una bellissima intervista che la nostra autrice Diletta Nicastro ha
fatto proprio a Mr. Tudge al riguardo per l'Agenzia Stampa Inedita.
Buona lettura!
da Agenzia Stampa
Inedita del 29 maggio 2009
Straordinario ritrovamento a Messel – Intervista in esclusiva al
naturalista inglese Colin Tudge
Quando ho
sentito per la prima volta del ritrovamento di Ida nel sito fossilifero
di Messel ho provato un immenso senso di soddisfazione. Avendo visitato,
studiato ed esaminato questo sito a lungo per la stesura del mio romanzo
‘I fossili di Messel’, posso dire di conoscerlo come un caro amico e
quindi partecipo a questo suo improvviso successo con profonda, intima
gioia.
Nel corso dei giorni (l’ufficializzazione del ritrovamento è avvenuta lo
scorso martedì 19 maggio a New York) ho letto ogni tipo di informazione
che mi capitava sotto mano, specialmente tramite Internet, perché qui in
Italia sembra che la notizia sia passata molto in second’ordine. Chissà
poi perché. Ida è senza dubbio un fossile senza pari. Vissuta 47 milioni
di anni fa, Ida è stata definita l’anello mancante tra l’essere umano e
i mammiferi, il primo primate fossilizzato mai trovato (è più antica di
circa 43 milioni di anni di Lucy, altro fossile storico). Inoltre il
fossile è completo al 95% e così ben conservato da poter addirittura
vedere la peluria e quello che stava mangiando al momento della morte.
Navigando navigando ho altresì scoperto che l’Università di Oslo sta
studiando Ida da due anni in gran segreto e che il 20 maggio (il giorno
dopo l’ufficializzazione del ritrovamento) è altresì uscito il libro
‘The link’ scritto dal naturalista inglese Colin Tudge ed edito dalla
Little Brown & Company (quella della serie di Twilight per intenderci).
Stuzzicata la mia curiosità, ho deciso di entrare in contatto proprio
con il dottor Tudge, nato il 22 aprile 1943 a Londra e laureatosi in
zoologia a Cambridge, per scoprire quanto questo fossile sia di un
valore incalcolabile. “In carriera ho scritto molti lavori riguardo
all’evoluzione umana e quando ho sentito parlare per la prima volta di
Ida lo scorso gennaio mi sono reso conto che avevamo tra le mani
qualcosa di incredibile”, spiega Tudge, molto disponibile e gentile.
“Ero talmente impressionato che ho appena l’ho visto ho pensato “Che
fossile straordinario!” e poi ho iniziato immediatamente a scrivere il
libro. La stesura mi ha coinvolto circa cinque settimane. Ida è così
importante per noi ricercatori perché sembra proprio essere il
collegamento tra i primati antropomorfi, che includono le scimmie, gli
scimpanzè e gli esseri umani, e le forme più primitive, quali i lemuri e
i galagoni”.
Ma Ida è davvero il ‘missing link’? Tudge non ha molti dubbi:
“L’evoluzione umana – come l’evoluzione di tutte le creature sulla Terra
– può andare indietro fino a 3.800 milioni di anni, quando la vita è
iniziata sulla Terra. Lungo questo cammino ci sono molti ‘missing links’
ed Ida ne è uno davvero importante. Ce ne saranno molti altri, come è
possibile che ci siano altre Ida nascoste a Messel Pit”.
Ma perché Messel è così importante per gli studiosi (Sir David
Attenborough lo ha deifinito uno dei quattro siti fossiliferi più
importanti al mondo)? “Uno dei motivi principali è legato al fatto
che i fossili ritrovati a Messel sono così straordinariamente ben
conservati. Non vi è stata ritrovata solo Ida nel corso della storia ma
anche creature di ogni genere (pesci, pipistrelli, etc.) e tutti in
questo stato di conservazione (i pipistrelli erano così ben conservati
che è stato possibile addirittura studiare il loro sistema sonoro,
n.d.r.). Per fossili così antichi è davvero meraviglioso”.
Fino a questo momento il simbolo di Messel era un cavallo, o meglio un
antenato del cavallo. Da oggi, probabilmente però il biglietto da visita
di questo piccolo ma preziosissimo sito diventerà proprio Ida e la sua
storia millenaria. In attesa del prossimo ‘missing link’.
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