Ciao
ragazzi,
oggi
vi segnalo una bellissima intervista rilasciata da Diletta Nicastro sul
sito ExpatClic, sito internazionale (e tutto al femminile) e multilingue
(c'è la versione in italiano, francese, tedesco ed inglese) dedicato a
tutti coloro che per motivi di lavoro sono costretti a vivere lontano
dalla loro Patria.
"E' stato davvero
molto bello conoscere le ragazze che si occupano di questo sito. Sono
persone splendide che comunicano attraverso Internet a chilometri e
chilometri di distanza. E' stata davvero una splendida intervista",
ha commentato Diletta Nicastro, e noi siamo d'accordo con lei.
"E' per questo che ho deciso di dare a loro l'anteprima sul titolo e la
trama del terzo romanzo!", ha concluso.
Ma non voglio attardarmi
oltre.
Se volete dare un'occhiata all'articolo
cliccate qui.
Come sempre io lo scrivo anche qui di seguito.
Ciao!
e a prestissimo,
Kieran ;)
da ExpatClic del 03 marzo 2008
Il mondo di Mauro e Lisi
Quando mi è arrivato da leggere “Il mistero del Lussemburgo” devo
ammettere che ero un po’ scettica: un romanzo per ragazzi che si
ambienta e si lega con il patrimonio dell’Unesco, mi sembrava di primo
acchito un’idea difficile da realizzare e mi aspettavo una lettura
noiosa. Invece mi sono trovata piacevolmente di fronte ad una storia
vivace e ben scritta, piacevole da leggere anche per un adulto.
Diletta, la sua autrice, ha iniziato a scrivere romanzi per ragazzi,
cavalcando un’idea tanto originale quanto impegnativa: promuovere la
conoscenza dei beni culturali protetti dall’Unesco presso i suoi giovani
lettori, stimolando la loro curiosità e il loro interesse verso il
Patrimonio dell’Umanità. Devo ammettere che nel primo romanzo ci è
riuscita benissimo e il secondo già pubblicato promette altrettanto
bene.
Grazie a Diletta per aver concesso quest’intervista a Expatclic e per
aver offerto ai nostri figli la doppia opportunità di leggere dei buoni
libri in italiano adatti a loro (è così difficile trovarli!) ed aprire
allo stesso tempo una porta verso un argomento così interessante quale
il Patrimonio dell’Umanità. Per i nostri ragazzi bilingui e a volte
trilingui, che vivono e viaggiano in giro per il mondo più di altri, la
conoscenza dei siti protetti dall’Unesco è certamente un incentivo in
più alla loro educazione multiculturale.
Per prima cosa una domanda classicona: in Italia sono tante le
persone che vorrebbero fare gli scrittori, un po’ meno quelle che
vorrebbero scrivere romanzi per ragazzi. Da dove nasce questa tua
"vocazione" ? Com’è che ti sei ritrovata ad un certo punto a scrivere il
tuo primo romanzo "Il mistero di Lussemburgo"?
La letteratura per ragazzi è in assoluto quella che preferisco. E’ più
sincera e diretta. Libera dagli eccessi di violenza e sesso che vanno
tanto di moda attualmente. E poi è senza tempo. Una mia cara amica un
giorno mi disse: ’Un bel libro non ha età e non ha un target di
riferimento. E’ solo un bel libro’. Parole verissime. E due tra i
romanzi (o meglio dovrei dire cicli) più importanti della letteratura
contemporanea, Il signore degli anelli e Harry Potter, non
sono forse detti come ’romanzi per ragazzi’? Avendo quindi io letto e
continuando a leggere questo tipo di letteratura (oltre al giallo
ottocentesco) non potevo che sfociare nello scrivere romanzi per
ragazzi, anche perché era quella che avevo imparato, con la lettura, a
conoscere, codificare e decodificare. E’ come iniziare a preparare una
cena usando gli ingredienti che si hanno nel frigorifero. Aprendo lo
sportello ho scelto la ricetta che più mi ispirava ed ho iniziato a
scrivere ’Il mistero di Lussemburgo’, all’interno del quale, quindi,
oltre alla letteratura per ragazzi troviamo tracce di giallo, un pizzico
di Ottocento (nel personaggio di Sven Arvidsson), un goccio di storia e
leggende (ho sempre avuto una curiosità insaziabile) e un cucchiaino di
cinema (altra mia grande passione). Il tutto mescolato con la fantasia
che mi ha insegnato mio fratello con i nostri giochi di bambini. Senza
di quello avrei avuto solo gli ingredienti, senza ricetta. Ed è per
questo che ho dedicato a lui il primo romanzo.
L’idea di creare una serie di romanzi intorno all’Unesco e al
patrimonio dell’Umanità è davvero molto originale: come ti è venuta in
mente? è nata prima l’idea della serie o la trama del primo libro?
E’ nata prima l’idea. Da anni ero una grande appassionata del Patrimonio
dell’Umanità, e un giorno, nel dicembre 2003, mi sono recata a
Lussemburgo con il mio allora ragazzo (ed ora marito), andato nel Gran
Ducato per un concorso di lavoro. Mentre lui era assente io giravo sola
soletta la città. Era davvero bellissima. Fino a quel momento ne avevo
appena sentito parlare eppure al suo interno racchiudeva tante storie
bellissime anche se mis-conosciute (la mia passione per la storia e le
leggende mi aveva fatto acquistare un guida che stavo studiando con
immenso piacere). Poi, con non troppa sorpresa, mi sono imbattuta nella
targa che ricorda che il centro medievale di Lussemburgo era Patrimonio
UNESCO dal 1994 (la targa si trova su La Corniche su una terrazza che
guarda verso la fortezza a picco sulla città bassa e a due passi
dall’albergo dove risiede Kieran, il ragazzo misterioso del primo
romanzo). I primi focolai di idee si stavano sedimentando dentro di me.
Poi, il pomeriggio di venerdì 5 dicembre 2003 mi trovavo sul lungo
Alzette (uno dei due fiumi di Lussemburgo) assieme al mio ragazzo,
appena tornato dall’ultima giornata di concorso. Stavamo mangiando un
mandarino guardando le paperelle che si lasciavano trascinare dalla
corrente, mentre alle nostre spalle sfrecciava un treno diretto in
Germania, quando ho avuto un’illuminazione improvvisa. "Al mondo ci sono
così tante bellezze protette dell’UNESCO. E alcune così sconosciute.
Eppure bellissime. Bisognerebbe diffonderne la conoscenza... magari con
una serie di documentari... anzi no, una serie per ragazzi...". Così
nacque l’idea. Nel corso del pomeriggio e della notte avevo già ideato
le basi per il soggetto del primo romanzo.
Non nascondo che ho letto "Il mistero di Lussemburgo" con certo
piacere: l’ho divorato in un giorno, ritornando con la memoria e le
sensazioni ai pomeriggi delle grandi letture della mia infanzia. La
storia è ben scritta e l’intreccio ben congeniato: usando uno stile
narrativo diverso si potrebbe certamente trasformarla in un ottimo
giallo per adulti. Perché quindi la scelta di indirizzare il tuo lavoro
ai ragazzi?
Ti ringrazio. E sono contenta che hai notato una cosa a cui tengo molto.
Ho scritto i romanzi dialogando con i ragazzi e basandomi su un
presupposto: qualunque età abbiano, i ragazzi hanno la capacità di
capire tutto, anche le trame più complesse, contrariamente a quanto
credono alcuni adulti. Lo dico perché, quando ero anch’io bambina o
ragazza amavo i romanzi con una trama complessa e non con solo un
accenno di soggetto. Anzi, più erano complesse e più mi appassionavano.
Quindi non mi sono fatta scrupoli a miscelare le carte e confondere le
idee (anche se questo mi ha fatto faticare a trovare un editore, in
quanto alcuni avevano decretato che fossero troppo intricate). Ma anche
qui tengo a tirare di nuovo in ballo ’Harry Potter’. Chi lo ha letto sa
che le trame sono davvero intricate (più delle mie, lo ammetto) eppure i
ragazzi ci impazziscono. E sapete perché? Perchè è scritto bene. E
perché non sono spaventati dalla complessità. Al contrario la ritengono
una sfida da superare. Quindi la differenza di un romanzo ’per ragazzi’
e ’per adulti’ è nello stile e non nella complessità della trama né
tanto meno nell’età dei protagonisti (altro lato dolente che gli editori
mi volevano far pesare perché Lisi ha 18 anni e loro volevano tramutarla
in una sciocca e ribelle tredicenne). Da piccola (sempre quando scrivo
prendo di riferimento le mie emozioni dell’infanzia tornando indietro
nel tempo) io non facevo distinzione di età (batta un colpo un qualsiasi
bambino degli Anni Settanta che non si è appassionato a Goldrake perché
reputava troppo grandi i protagonisti, per esempio) ma di trama, di
stile.
Detto questo, perché ho scelto i ragazzi? Perché sono loro la prossima
generazione. Sono loro a cui sarà affidato il mondo nel futuro. E il
pensiero che imparino a conoscere l’importanza del Patrimonio che ci
circonda è la mia sfida quotidiana. "Mi riterrei felice se anche solo un
ragazzo, chiudendo un libro di Mauro & Lisi, decida di aprire l’atlante
e scoprire dove ci sono altri siti UNESCO e che, da questo piccolo seme,
cresca in lui la voglia e la forza di battersi per difenderlo come fa
Mauro", dissi prima di andare in stampa. Oggi posso dire di essere già
stata ripagata. Negli incontri che ho avuto con alcune scuole, ho
conosciuto dei ragazzi che sono rimasti così appassionati che mi hanno
martellato di domande relative all’UNESCO. Il mio cuore, dopo quegli
incontri, era leggero. Sapevo di aver raggiunto il mio primo obiettivo.
Ora posso andare oltre e continuare.
Una domanda sullo stile: la tua narrativa è semplice e scorrevole,
senza essere tuttavia banale. Incontra perfettamente le esigenze dei
preadolescenti di ogni generazione, perché utilizza un linguaggio vicino
alla loro realtà senza tuttavia essere intriso di troppi elementi e
riferimenti alle mode del momento, caratteristica che finirebbe, come in
molti altri lavori, per datare i romanzi e limitarli alla generazione
attuale. Come ci riesci? Usi dei trucchi per creare questo stile? Ti fai
"aiutare" da dei teenagers?
Lo stile è nato quasi naturalmente. Diciamo che è stata Lisi (i romanzi
sono scritti da Lisi in prima persona) a prendere il sopravvento. No,
non mi faccio aiutare dai teen-agers. O almeno non direttamente. Nel
senso che sono sempre con le orecchie aperte, cercando di cogliere il
mondo che cambia. E così sono i miei protagonisti. Sono dei giovani
d’oggi. Così diversi da come vengono ritratti dalla tv o dal cinema.
Sembra che tutte le ragazze vogliano fare le veline e che gli uomini
pensino solo ai soldi o al sesso o alla droga. I miei romanzi sono un
grido forte contro questa corrente di pensiero. Ho conosciuto tante
persone nella mia vita. E non ho praticamente mai incontrato nessuno
come quelli dipinti dai media. Io vedo con i miei occhi ragazzi che si
alzano in un autobus per far sedere una signora, o ragazze che si
impegnano nel volontariato, o giovani che amano studiare. Mauro, Lisi e
Kieran sono lo specchio di questi giovani. Sono giovani ma sono
consapevoli dei problemi che si vivono al momento attuale e lottano per
un mondo migliore.
Per quanto riguarda i riferimenti, sì c’è appena accennato qualcosa
(qualche film, che tradisce più o meno in che periodo storico sono stati
scritti e qualche risultato del Celtic per bocca di Charlie, l’amico di
Kieran) ma poco più. Perché? Perché Mauro & Lisi sono moderni in loro
stessi e non hanno bisogno di mode per descriverli.
Ho letto tanto (come avrai capito) nel corso della vita, e credo che
alla fine il mio stile sia nato dalla mia cultura letteraria, miscelando
un po’ vari elementi fino a creare (spero!) qualcosa di mio personale.
Altra domanda per scoprire i trucchi del mestiere: una buona
ambientazione di un romanzo richiede sicuramente una conoscenza diretta
dei luoghi descritti. Il Lussemburgo l’hai visitato di persona o segui
le orme di Emilio Salgari, che scrisse gran parte dei suoi libri con un
gran lavoro di studio, ma senza muoversi da casa? (qualora valga la
prima ipotesi, sono pronta a seguirti e a farti da assistente per le
future visite ai siti dell’Unesco che userai come ambientazione nei
prossimi romanzi !!!)
Come ho già accennato nella seconda domanda, Lussemburgo l’ho visitata
direttamente, anzi è stata proprio lei a ispirarmi la trama del romanzo.
Ad esempio la chiesa di St. Michel mi aveva impressionato talmente che
decisi di farne il cuore dell’intreccio giallo. Così come il pub Finnian
(a cui ho però cambiato il nome) perché è stato lì, nell’imbrunire di
quel venerdì 5 dicembre, che ho scritto mentalmente la trama principale
e tra una birra (e un sottobirra) è stato il luogo stesso ad ispirarmi
la questione di mademoiselle. Da quel momento decisi che prima di
scrivere un qualsiasi romanzo avrei visitato di persona il luogo, perché
è lui a parlarmi, a trasmettermi una sua storia che deve essere rivelata
(vera o inventata che sia). Un po’ come uno scultore che deve far
nascere una statua da un pezzo di marmo.
Così è accaduto per ’Skara Brae’ (il secondo romanzo) e per i romanzi a
seguire. Una volta mi sono ritrovata ad accettare un lavoro (non pagato)
esclusivamente per andare a visitare un luogo all’estero Patrimonio
dell’Umanità che avevo scelto da tempo come protagonista di una storia
nel prossimo futuro. Il lavoro andò bene, ma ancor di più le mie idee.
Il romanzo è lontano da venire (il quinto), ma il cuore del soggetto mi
è stato già dettato dal vento (lasciando anche piccoli indizi già a
partire da ’Il tesoro di Skara Brae’).
Raccontaci i tuoi progetti: a quando i prossimi libri?
Sono felice di rivelarvi in anteprima il titolo e la trama del terzo
volume: ‘I fossili di Messel’ (l’azione quindi si sposta in Germania),
in uscita questa primavera. Finora la casa editrice aveva tenuto tutto
top secret, anche perché vi era un concorso in cui si sfidavano i
lettori ad indovinare il sito teatro dell’avventura in base a qualche
piccolo indizio che avevo lasciato qua e là. Ma siamo lieti di poter
dare a voi questa anticipazione. La storia inizia qualche mese dopo la
fine de ‘Il tesoro di Skara Brae’. Oltre a Mauro, Lisi e Kieran, tornano
altri personaggi che sono molto amati dai lettori: le amiche di Lisi,
Agla e Rebecca, e il geologo tedesco Matthias Antar, protagonista ne ‘Il
tesoro di Skara Brae’. Anzi, è proprio lui a scrivere a Mauro un’e-mail
molto preoccupata per la scomparsa di un suo collega, Jürgen Lohman,
partito per fare degli accertamenti sul sito fossilifero di Messel e più
tornato. Cosa è accaduto? Cosa aveva scoperto? E perché nessuno sembra
ricordarsi della sua visita? Mauro & Lisi partono per la Germania in
missione ufficiosa e, assieme a tanti nuovi personaggi (Grethe, Tante
Lotte, Tanja Großer e Ewald Flieger) si trovano a fronteggiare una
situazione che pagina dopo pagina diventa sempre più enigmatica e
pericolosa.
La scelta del sito fossilifero di Messel è dovuta a varie motivazioni,
in primo luogo il desiderio da parte mia di descrivere un sito naturale
e non culturale come avvenuto nelle prime due avventure. Una volta
approfondita la storia di questo sito, uno dei più importanti al mondo
relativo al periodo dell’Eocene (una sorta di anello di congiunzione tra
un pianeta dominato dai dinosauri e un mondo governato dai mammiferi),
sono rimasta talmente affascinata che ho preso il primo aereo per
Francoforte (si trova a qualche chilometro a sud della città tedesca) e
sono andata a visitarlo. Incredibile! Mentre stavo lì, già mi figuravo
Mauro & Lisi in azione. Nell’arco di pochissime ore avevo già la trama
principale in testa... erano stati gli stessi alberi autunnali a
raccontarmela.
Ora invece sto lavorando sulla quarta avventura. Ho già individuato il
luogo e la trama principale. Ma di più non posso dire, perché è top
secret.
Il sito web di Mauro e Lisi:
www.ilmondodimauroelisi.it/
Il mistero di Lussemburgo
Nicastro Diletta
Passepartout Edizioni, 2007
Collana: Il mondo di Mauro & Lisi, ISBN: 8890175966
Il tesoro di Skara Brae
Nicastro Diletta
Passepartout Edizioni, 2007
Collana: Il mondo di Mauro & Lisi, ISBN: 8890175974
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