Il Mondo di Mauro & Lisi

 

 

  4 marzo 2008

 Intervista a Diletta Nicastro su ExpatClic

 

      Ciao ragazzi,

oggi vi segnalo una bellissima intervista rilasciata da Diletta Nicastro sul sito ExpatClic, sito internazionale (e tutto al femminile) e multilingue (c'è la versione in italiano, francese, tedesco ed inglese) dedicato a tutti coloro che per motivi di lavoro sono costretti a vivere lontano dalla loro Patria.

"E' stato davvero molto bello conoscere le ragazze che si occupano di questo sito. Sono persone splendide che comunicano attraverso Internet a chilometri e chilometri di distanza. E' stata davvero una splendida intervista", ha commentato Diletta Nicastro, e noi siamo d'accordo con lei.
"E' per questo che ho deciso di dare a loro l'anteprima sul titolo e la trama del terzo romanzo!",
ha concluso.

Ma non voglio attardarmi oltre.
Se volete dare un'occhiata all'articolo cliccate qui.
Come sempre io lo scrivo anche qui di seguito.

Ciao!

e a prestissimo,

Kieran ;)

da ExpatClic del 03 marzo 2008

Il mondo di Mauro e Lisi

Quando mi è arrivato da leggere “Il mistero del Lussemburgo” devo ammettere che ero un po’ scettica: un romanzo per ragazzi che si ambienta e si lega con il patrimonio dell’Unesco, mi sembrava di primo acchito un’idea difficile da realizzare e mi aspettavo una lettura noiosa. Invece mi sono trovata piacevolmente di fronte ad una storia vivace e ben scritta, piacevole da leggere anche per un adulto.
Diletta, la sua autrice, ha iniziato a scrivere romanzi per ragazzi, cavalcando un’idea tanto originale quanto impegnativa: promuovere la conoscenza dei beni culturali protetti dall’Unesco presso i suoi giovani lettori, stimolando la loro curiosità e il loro interesse verso il Patrimonio dell’Umanità. Devo ammettere che nel primo romanzo ci è riuscita benissimo e il secondo già pubblicato promette altrettanto bene.
Grazie a Diletta per aver concesso quest’intervista a Expatclic e per aver offerto ai nostri figli la doppia opportunità di leggere dei buoni libri in italiano adatti a loro (è così difficile trovarli!) ed aprire allo stesso tempo una porta verso un argomento così interessante quale il Patrimonio dell’Umanità. Per i nostri ragazzi bilingui e a volte trilingui, che vivono e viaggiano in giro per il mondo più di altri, la conoscenza dei siti protetti dall’Unesco è certamente un incentivo in più alla loro educazione multiculturale.


Per prima cosa una domanda classicona: in Italia sono tante le persone che vorrebbero fare gli scrittori, un po’ meno quelle che vorrebbero scrivere romanzi per ragazzi. Da dove nasce questa tua "vocazione" ? Com’è che ti sei ritrovata ad un certo punto a scrivere il tuo primo romanzo "Il mistero di Lussemburgo"?

La letteratura per ragazzi è in assoluto quella che preferisco. E’ più sincera e diretta. Libera dagli eccessi di violenza e sesso che vanno tanto di moda attualmente. E poi è senza tempo. Una mia cara amica un giorno mi disse: ’Un bel libro non ha età e non ha un target di riferimento. E’ solo un bel libro’. Parole verissime. E due tra i romanzi (o meglio dovrei dire cicli) più importanti della letteratura contemporanea, Il signore degli anelli e Harry Potter, non sono forse detti come ’romanzi per ragazzi’? Avendo quindi io letto e continuando a leggere questo tipo di letteratura (oltre al giallo ottocentesco) non potevo che sfociare nello scrivere romanzi per ragazzi, anche perché era quella che avevo imparato, con la lettura, a conoscere, codificare e decodificare. E’ come iniziare a preparare una cena usando gli ingredienti che si hanno nel frigorifero. Aprendo lo sportello ho scelto la ricetta che più mi ispirava ed ho iniziato a scrivere ’Il mistero di Lussemburgo’, all’interno del quale, quindi, oltre alla letteratura per ragazzi troviamo tracce di giallo, un pizzico di Ottocento (nel personaggio di Sven Arvidsson), un goccio di storia e leggende (ho sempre avuto una curiosità insaziabile) e un cucchiaino di cinema (altra mia grande passione). Il tutto mescolato con la fantasia che mi ha insegnato mio fratello con i nostri giochi di bambini. Senza di quello avrei avuto solo gli ingredienti, senza ricetta. Ed è per questo che ho dedicato a lui il primo romanzo.

L’idea di creare una serie di romanzi intorno all’Unesco e al patrimonio dell’Umanità è davvero molto originale: come ti è venuta in mente? è nata prima l’idea della serie o la trama del primo libro?

E’ nata prima l’idea. Da anni ero una grande appassionata del Patrimonio dell’Umanità, e un giorno, nel dicembre 2003, mi sono recata a Lussemburgo con il mio allora ragazzo (ed ora marito), andato nel Gran Ducato per un concorso di lavoro. Mentre lui era assente io giravo sola soletta la città. Era davvero bellissima. Fino a quel momento ne avevo appena sentito parlare eppure al suo interno racchiudeva tante storie bellissime anche se mis-conosciute (la mia passione per la storia e le leggende mi aveva fatto acquistare un guida che stavo studiando con immenso piacere). Poi, con non troppa sorpresa, mi sono imbattuta nella targa che ricorda che il centro medievale di Lussemburgo era Patrimonio UNESCO dal 1994 (la targa si trova su La Corniche su una terrazza che guarda verso la fortezza a picco sulla città bassa e a due passi dall’albergo dove risiede Kieran, il ragazzo misterioso del primo romanzo). I primi focolai di idee si stavano sedimentando dentro di me. Poi, il pomeriggio di venerdì 5 dicembre 2003 mi trovavo sul lungo Alzette (uno dei due fiumi di Lussemburgo) assieme al mio ragazzo, appena tornato dall’ultima giornata di concorso. Stavamo mangiando un mandarino guardando le paperelle che si lasciavano trascinare dalla corrente, mentre alle nostre spalle sfrecciava un treno diretto in Germania, quando ho avuto un’illuminazione improvvisa. "Al mondo ci sono così tante bellezze protette dell’UNESCO. E alcune così sconosciute. Eppure bellissime. Bisognerebbe diffonderne la conoscenza... magari con una serie di documentari... anzi no, una serie per ragazzi...". Così nacque l’idea. Nel corso del pomeriggio e della notte avevo già ideato le basi per il soggetto del primo romanzo.

Non nascondo che ho letto "Il mistero di Lussemburgo" con certo piacere: l’ho divorato in un giorno, ritornando con la memoria e le sensazioni ai pomeriggi delle grandi letture della mia infanzia. La storia è ben scritta e l’intreccio ben congeniato: usando uno stile narrativo diverso si potrebbe certamente trasformarla in un ottimo giallo per adulti. Perché quindi la scelta di indirizzare il tuo lavoro ai ragazzi?

Ti ringrazio. E sono contenta che hai notato una cosa a cui tengo molto. Ho scritto i romanzi dialogando con i ragazzi e basandomi su un presupposto: qualunque età abbiano, i ragazzi hanno la capacità di capire tutto, anche le trame più complesse, contrariamente a quanto credono alcuni adulti. Lo dico perché, quando ero anch’io bambina o ragazza amavo i romanzi con una trama complessa e non con solo un accenno di soggetto. Anzi, più erano complesse e più mi appassionavano. Quindi non mi sono fatta scrupoli a miscelare le carte e confondere le idee (anche se questo mi ha fatto faticare a trovare un editore, in quanto alcuni avevano decretato che fossero troppo intricate). Ma anche qui tengo a tirare di nuovo in ballo ’Harry Potter’. Chi lo ha letto sa che le trame sono davvero intricate (più delle mie, lo ammetto) eppure i ragazzi ci impazziscono. E sapete perché? Perchè è scritto bene. E perché non sono spaventati dalla complessità. Al contrario la ritengono una sfida da superare. Quindi la differenza di un romanzo ’per ragazzi’ e ’per adulti’ è nello stile e non nella complessità della trama né tanto meno nell’età dei protagonisti (altro lato dolente che gli editori mi volevano far pesare perché Lisi ha 18 anni e loro volevano tramutarla in una sciocca e ribelle tredicenne). Da piccola (sempre quando scrivo prendo di riferimento le mie emozioni dell’infanzia tornando indietro nel tempo) io non facevo distinzione di età (batta un colpo un qualsiasi bambino degli Anni Settanta che non si è appassionato a Goldrake perché reputava troppo grandi i protagonisti, per esempio) ma di trama, di stile.

Detto questo, perché ho scelto i ragazzi? Perché sono loro la prossima generazione. Sono loro a cui sarà affidato il mondo nel futuro. E il pensiero che imparino a conoscere l’importanza del Patrimonio che ci circonda è la mia sfida quotidiana. "Mi riterrei felice se anche solo un ragazzo, chiudendo un libro di Mauro & Lisi, decida di aprire l’atlante e scoprire dove ci sono altri siti UNESCO e che, da questo piccolo seme, cresca in lui la voglia e la forza di battersi per difenderlo come fa Mauro", dissi prima di andare in stampa. Oggi posso dire di essere già stata ripagata. Negli incontri che ho avuto con alcune scuole, ho conosciuto dei ragazzi che sono rimasti così appassionati che mi hanno martellato di domande relative all’UNESCO. Il mio cuore, dopo quegli incontri, era leggero. Sapevo di aver raggiunto il mio primo obiettivo. Ora posso andare oltre e continuare.

Una domanda sullo stile: la tua narrativa è semplice e scorrevole, senza essere tuttavia banale. Incontra perfettamente le esigenze dei preadolescenti di ogni generazione, perché utilizza un linguaggio vicino alla loro realtà senza tuttavia essere intriso di troppi elementi e riferimenti alle mode del momento, caratteristica che finirebbe, come in molti altri lavori, per datare i romanzi e limitarli alla generazione attuale. Come ci riesci? Usi dei trucchi per creare questo stile? Ti fai "aiutare" da dei teenagers?

Lo stile è nato quasi naturalmente. Diciamo che è stata Lisi (i romanzi sono scritti da Lisi in prima persona) a prendere il sopravvento. No, non mi faccio aiutare dai teen-agers. O almeno non direttamente. Nel senso che sono sempre con le orecchie aperte, cercando di cogliere il mondo che cambia. E così sono i miei protagonisti. Sono dei giovani d’oggi. Così diversi da come vengono ritratti dalla tv o dal cinema. Sembra che tutte le ragazze vogliano fare le veline e che gli uomini pensino solo ai soldi o al sesso o alla droga. I miei romanzi sono un grido forte contro questa corrente di pensiero. Ho conosciuto tante persone nella mia vita. E non ho praticamente mai incontrato nessuno come quelli dipinti dai media. Io vedo con i miei occhi ragazzi che si alzano in un autobus per far sedere una signora, o ragazze che si impegnano nel volontariato, o giovani che amano studiare. Mauro, Lisi e Kieran sono lo specchio di questi giovani. Sono giovani ma sono consapevoli dei problemi che si vivono al momento attuale e lottano per un mondo migliore.

Per quanto riguarda i riferimenti, sì c’è appena accennato qualcosa (qualche film, che tradisce più o meno in che periodo storico sono stati scritti e qualche risultato del Celtic per bocca di Charlie, l’amico di Kieran) ma poco più. Perché? Perché Mauro & Lisi sono moderni in loro stessi e non hanno bisogno di mode per descriverli.

Ho letto tanto (come avrai capito) nel corso della vita, e credo che alla fine il mio stile sia nato dalla mia cultura letteraria, miscelando un po’ vari elementi fino a creare (spero!) qualcosa di mio personale.

Altra domanda per scoprire i trucchi del mestiere: una buona ambientazione di un romanzo richiede sicuramente una conoscenza diretta dei luoghi descritti. Il Lussemburgo l’hai visitato di persona o segui le orme di Emilio Salgari, che scrisse gran parte dei suoi libri con un gran lavoro di studio, ma senza muoversi da casa? (qualora valga la prima ipotesi, sono pronta a seguirti e a farti da assistente per le future visite ai siti dell’Unesco che userai come ambientazione nei prossimi romanzi !!!)

Come ho già accennato nella seconda domanda, Lussemburgo l’ho visitata direttamente, anzi è stata proprio lei a ispirarmi la trama del romanzo. Ad esempio la chiesa di St. Michel mi aveva impressionato talmente che decisi di farne il cuore dell’intreccio giallo. Così come il pub Finnian (a cui ho però cambiato il nome) perché è stato lì, nell’imbrunire di quel venerdì 5 dicembre, che ho scritto mentalmente la trama principale e tra una birra (e un sottobirra) è stato il luogo stesso ad ispirarmi la questione di mademoiselle. Da quel momento decisi che prima di scrivere un qualsiasi romanzo avrei visitato di persona il luogo, perché è lui a parlarmi, a trasmettermi una sua storia che deve essere rivelata (vera o inventata che sia). Un po’ come uno scultore che deve far nascere una statua da un pezzo di marmo.

Così è accaduto per ’Skara Brae’ (il secondo romanzo) e per i romanzi a seguire. Una volta mi sono ritrovata ad accettare un lavoro (non pagato) esclusivamente per andare a visitare un luogo all’estero Patrimonio dell’Umanità che avevo scelto da tempo come protagonista di una storia nel prossimo futuro. Il lavoro andò bene, ma ancor di più le mie idee. Il romanzo è lontano da venire (il quinto), ma il cuore del soggetto mi è stato già dettato dal vento (lasciando anche piccoli indizi già a partire da ’Il tesoro di Skara Brae’).

Raccontaci i tuoi progetti: a quando i prossimi libri?

Sono felice di rivelarvi in anteprima il titolo e la trama del terzo volume: ‘I fossili di Messel’ (l’azione quindi si sposta in Germania), in uscita questa primavera. Finora la casa editrice aveva tenuto tutto top secret, anche perché vi era un concorso in cui si sfidavano i lettori ad indovinare il sito teatro dell’avventura in base a qualche piccolo indizio che avevo lasciato qua e là. Ma siamo lieti di poter dare a voi questa anticipazione. La storia inizia qualche mese dopo la fine de ‘Il tesoro di Skara Brae’. Oltre a Mauro, Lisi e Kieran, tornano altri personaggi che sono molto amati dai lettori: le amiche di Lisi, Agla e Rebecca, e il geologo tedesco Matthias Antar, protagonista ne ‘Il tesoro di Skara Brae’. Anzi, è proprio lui a scrivere a Mauro un’e-mail molto preoccupata per la scomparsa di un suo collega, Jürgen Lohman, partito per fare degli accertamenti sul sito fossilifero di Messel e più tornato. Cosa è accaduto? Cosa aveva scoperto? E perché nessuno sembra ricordarsi della sua visita? Mauro & Lisi partono per la Germania in missione ufficiosa e, assieme a tanti nuovi personaggi (Grethe, Tante Lotte, Tanja Großer e Ewald Flieger) si trovano a fronteggiare una situazione che pagina dopo pagina diventa sempre più enigmatica e pericolosa.

La scelta del sito fossilifero di Messel è dovuta a varie motivazioni, in primo luogo il desiderio da parte mia di descrivere un sito naturale e non culturale come avvenuto nelle prime due avventure. Una volta approfondita la storia di questo sito, uno dei più importanti al mondo relativo al periodo dell’Eocene (una sorta di anello di congiunzione tra un pianeta dominato dai dinosauri e un mondo governato dai mammiferi), sono rimasta talmente affascinata che ho preso il primo aereo per Francoforte (si trova a qualche chilometro a sud della città tedesca) e sono andata a visitarlo. Incredibile! Mentre stavo lì, già mi figuravo Mauro & Lisi in azione. Nell’arco di pochissime ore avevo già la trama principale in testa... erano stati gli stessi alberi autunnali a raccontarmela.

Ora invece sto lavorando sulla quarta avventura. Ho già individuato il luogo e la trama principale. Ma di più non posso dire, perché è top secret.

Il sito web di Mauro e Lisi:
www.ilmondodimauroelisi.it/

Il mistero di Lussemburgo
Nicastro Diletta
Passepartout Edizioni, 2007
Collana: Il mondo di Mauro & Lisi, ISBN: 8890175966

Il tesoro di Skara Brae
Nicastro Diletta
Passepartout Edizioni, 2007
Collana: Il mondo di Mauro & Lisi, ISBN: 8890175974

Cristinaexpat
Parigi
Marzo 2008

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Messel Pit avvolto dalla nebbia.
Non è straordinario?
Pensate che qui, tra questi alberi, noi vivremo la più bella delle nostre avventure...