Ciao
carissimi M&L-Maniacs
è con
immenso piacere che oggi mi dedicherò all'intervista di
Alessandro Boretti, il Presidente dell'Italian
Celtic Club.
Abbiamo
scoperto da poco che l'Italian Celtic Club ci segue
costantemente su tutto quello che facciamo: i nostri
tour, i nostri progetti, le nostre iniziative (come
potete vedere nella nostra
rassegna stampa).
Ovviamente, non può che farci un incredibile piacere.
In special modo a me e a Charlie, e a tutto il nostro
gruppo in Irlanda.
E così,
dopo Jane Austen, pizzi e merletti, permettetemi di fare
un'intervista speciale ed in esclusiva in cui si può
conversare di Lisbon Lions, dei Bhoys, di Lennon e di
tutto il resto.
Pronti?
Buona
lettura!
K. In
primo luogo, Alessandro, vorremmo ringraziarti per
seguirci con tanto interesse e per farci conoscere a
tutti gli iscritti al vostro club.
R.
"Grazie a voi e ciao a tutti!".
K.
Come
avete conosciuto la saga? E cosa pensato del fatto che
uno dei personaggi (ossia io) sia così legato al Celtic?
R. "La saga l'abbiamo conosciuta attraverso un sito
di un celtic supporters club della Scozia dove abbiamo
visto un messaggio di un certo Luca, che era stato
ospite presso quella comunità. Tentando di contattare
Luca per fargli sapere che in Italia c'è un csc che
segue il Celtic, ci siamo imbattuti nella saga di Kieran
e di Mauro&Lisi. Pensare che esiste un romanzo per
ragazzi legato al Celtic, ci riempie di orgoglio e ci fa
solo che piacere, visto che la finalità del nostro csc è
anche quella di tramandare la conoscenza, la cultura e
la tradizione del Celtic fc".
K. E in
questo io sono davvero abilissimo! Ogni volta che posso
cito risultati, giocatori, partite... Ma andiamo avanti.
Sul sito è scritto che il club è nato nel 2007, lo
stesso anno in cui uscì la prima edizione de 'Il mistero
di Lussemburgo - Il primo incarico'. Come è nato il
club?
R.
"Nel 1990 Boretim creò il primo CSC italiano, dal nome
The Packie Bonner n.1 CSC (Bonner è irlandese come te,
Kieran)...".
K. Non
solo è irlandese. E' del Donegal. Come me. Ho avuto il
piacere anche di conoscerlo personalmente. E' un grande.
R. "A
seguire fu creato The Italian Bhoys CSC, attivo negli
anni 90. grazie alla forza di Internet e alla
testardaggine del nostro Segretario, dal 2007 si è
formato The Italian Celts csc che raccoglie soci
italiani e stranieri".
K. Il
Club è dedicato a Johnny Doyle, scomparso nel 1981. Come
mai proprio lui?
R.
Nell'ottobre del 1981, quando mi avvicinai
"prepotentemente" al Celtic (dopo la sfida con la Juve),
ricevetti notizia del decesso di Johnny Doyle. A quel
tempo i miei ragionamenti erano quelli di un ragazzo di
provincia e non potevo credere che i calciatori e i
grandi campioni dello sport potessero morire se non da
vecchi e stravecchi; non potevo soprattutto credere che
fossero dei comuni mortali, perchè il mondo di allora
(tv e giornali) li dipingeva come personaggi sopra il
mondo dei normali. Mi appassionai a questa vicenda, e ho
sempre cercato di sapere chi fosse Johnny Doyle. L'era
di internet mi ha facilitato nel reperire immagini e
notizie, ma la notizia più bella da quando seguo il
Celtic ( e si può dire che son passati ormai 33 anni!) è
aver ricevuto un messaggio dalla figlia di Johnny Doyle
ad inizio di quest'anno, che, venuta a conoscenza del
nostro csc dedicato alla memoria di Doyle, mi
ringraziava perchè dopo 30 c'è ancora qualcuno che non
ha dimenticato il suo papà. capisci perchè mi vengono i
brividi, quando parlo del celtic, vero?".
K.
E' sicuramente un omaggio molto bello, e mio padre
sarebbe d'accordo con la figlia di Doyle. Anche lui
rimase molto colpito da quella scomparsa. Ma ti ho
interrotto, scusami. Stavi parlando del club.
R. "Il
primo momento di aggregazione è il web, ma poi riusciamo
anche a vederci in faccia quando organizziamo l'annuale
meeting o organizziamo qualche trasferta al seguito dei
bhoys. fra i nostri iscritti c'è Peter, di Glasgow, che
era a Lisbona in quel pomeriggio di maggio del 1967 !!
K.
Davvero? Grande! Anche io avrei voluto esserci... Ero a
Siviglia però... anche se senza biglietto. Andai con
Charlie e vidi la gara in un maxi-schermo. Ma come
sempre, mi deconcentro. Andiamo avanti. Sono infatti
molto curioso di sapere come è nata la tua passione
personale per il Celtic.
R. "Tutto
nasce dalla passione per il calcio di noi ragazzi dei
primi anni 70. Ricevetti l'almanacco Panini del 1978
come regalo; leggendo ogni pagina giunsi alla Coppa dei
Campioni e vidi che nell'anno della mia nascita, la
Coppa l'aveva vinta il Celtic Glasgow. La stranezza fu
il leggere che l'Inter vinceva e riuscì a perdere, cosa
per me inaudita, visto che la teoria italica del calcio
di allora era catenaccio e contropiede. Chiesi lumi a
mio padre (tifoso nerazzurro e che vide la gara) e la
risposta fu eloquente: "Erano cotti! e gli altri
sembravano marziani". Da lì seguii il nome e fui
ammaliato dalle hoops; l'ammirazione aumentò quando
seppi che la superstar del Liverpool di allora era un
certo Dalglish (ex calciatore del Celtic) e il battesimo
avvenne quando il Celtic affrontò nella Coppa Campioni
del 1981 la Juventus. da lì iniziò la mia passione
"tribale" per i bhoys".
K. Chissà, magari tra i lettori di oggi ci sarà
qualche appassionato di domani che seguirà il Celtic
come fate tu e i membri del tuo club. Perchè, con mio
grande orgoglio, noto che sempre più spesso i M&L-Maniacs
si interessano ai risultati dei bhoys postando domande
sulla pagina di FB, intervenendo negli incontri con
Diletta Nicastro o addirittura scrivendo degli hoops nei
racconti che partecipano ai concorsi. Cosa pensi del
fatto di raccontare il calcio in maniera divertente ed
allegra in una saga per ragazzi?
R.
"E' il modo giusto per vivere il calcio e lo sport in
generale. nel calcio, come nella vita, ci vuole la
giusta dose di serietà, ma l'ironia e il sorriso non
possono mai mancare, perchè servono a mantenere le cose
entro i giusti binari. pensa che quando producemmo la
fanzine Memocelts negli anni 90, il sottotitolo era "fanzine
semiseria sulla nostra squadra del cuore" ! E poi,
leggere delle tue avventure senza il sorriso sulle
labbra, che lettura sarebbe? hail hail
K. Rimanendo in zona M&L... Il 5
luglio è stato infine rivelato che la nostra prossima
avventura,
Dio
salvi il Gigante,
si svolgerà in Irlanda e che il sito Unesco coinvolto è
la Giant's Causeway in Irlanda del Nord. Cosa ne pensi?
R. "Ho
visitato Belfast nel 1990 ed ho visto che (purtroppo) la
realtà e il ricordo dei "troubles", le orange walks, la
contrapposizione fra cattolici e protestanti non si è
ancora placata (conosco la situazione abbastanza bene
grazie a numerose letture) .... ti direi quindi di
muoverti con circospezione, perchè da quelle parti il
"nemico" è sempre dietro l'angolo..!!"
K. Ancor
di più se ci troviamo faccia a faccia con un agente dei
servizi segreti britannici... Ma questa è la più grande
sfida di questa avventura. Non aggiungo altro e ti
ringrazio moltissimo per questa chiacchierata in
bianco-verde.
R. Hail
hail.
K. Hail
Hail
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