Il Mondo di Mauro & Lisi

 

 

 

Racconto vincitore del concorso letterario 'M&L a Villa del Casale'
 

 MAURO, LISI E L'ENIGMA
DELLA VILLA DEL CASALE
 

di Filippo Federico Capizzi, Erika Cassata, Luca Ferreri, Valerio Franchino, Mattia Patente, Valeria Bruno, Eva Di Carlo, Gaia Di Martino, Salvatore Falciglia, Pietro Lentini, Eva Liguori, Chiara Pocorobba, Caterina Rausa Morena, Aurelio Salvatore Restivo e Asia Vitali della I F e I H della Scuola Media Statale “Roncalli-Cascino” (Piazza Armerina)

     Era una giornata come tante e mi trovavo con le mie colleghe ad una pesantissima lezione di Numismatica.
All’improvviso squillò il cellulare, che avevo dimenticato di spegnere:
- Perbacco!- sussurrai tra me e me.
Il professore mi fulminò con uno dei suoi sguardi, facendomi sprofondare dalla vergogna. Alla fine della lezione richiamai:
- Mauro, come ti salta in mente di chiamarmi nel bel mezzo della lezione del professor Quattrocchi ?
- Chiii?
- Niente…lascia perdere... Ma cosa avevi di così urgente da dirmi?
- Vediamoci a casa e poi ti spiegherò! Mi raccomando: sii puntuale!
Arrivata a casa lo trovai con le valigie pronte e in mano due biglietti d’aereo:
- Uffa! Dove mi porterai questa volta?
- Archeologia romana: che voto hai preso?
- Trenta, ma cosa c’entra adesso?
- Non ho tempo di spiegarti.
Saliti sull’aereo aspettavo una risposta:
- Adesso vuoi dirmi dove stiamo andando?
- Mamma mia! Quanto sei curiosa!
Per tutto il viaggio non ne parlammo più: atterrammo all’aeroporto di Catania e poi prendemmo un autobus per Piazza Armerina.
Giunti in albergo Mauro ricevette una telefonata al cellulare: era Leonard Mac Daskin, un vecchio amico archeologo di Pernilla che aveva lavorato agli scavi del Casale.
- Sono Leonard! - disse una strana voce.
- Leonard chi?...Ah sì, ora ricordo! esclamò Mauro.
- Sono a Piazza Armerina perché è successo qualcosa di strano alla Villa Romana - spiegò.
- Io sono arrivato proprio in questo momento- disse Mauro.
- Perfetto! Allora incontriamoci in Piazza Duomo, davanti alla statua di Marco Trigona.
- Va bene!
L’indomani mattina Mauro si svegliò presto per andare all’appuntamento e Lisi:
- Dove stai andando?
- Ad un appuntamento con Leonard.
- Ok, allora ci vediamo dopo: io resto a dormire.
- Ciao.
Mauro percorse la via Roma ed entrò nei giardini pubblici che si trovano su quella strada; mentre osservava gli alberi secolari, ebbe la sensazione che qualcuno lo seguisse.
- Chi c’è?- gridò guardandosi intorno.
Qualcuno era uscito da dietro un cespuglio ed era scappato via. Mauro continuò per la sua strada. Attraversò la Piazza Garibaldi, dove ha sede il Municipio della città e la chiesa Fundrò, un altro sito Unesco, salì per via Cavour e arrivò in Piazza Duomo, dove trovò Leonard che lo aspettava.
Egli era un giovane alto, dai capelli neri, con una corta barba nera, occhi blu, sempre vestito elegantemente e con un raffinato cappello grigio.
- Che bel posto!
- La facciata della Cattedrale con questa scalinata in pietra è stupenda! E il Palazzo Trigona!
- Sì lo credo anch’io! Questa cittadina ha proprio un bel centro storico! E anche la visuale, da questa parte, è molto bella!
- Già... Beh, comunque, andiamo al sodo. Volevo spiegarti la ragione per cui abbiamo richiesto l’aiuto dell’Unesco. Abbiamo scoperto che agli scavi della Villa Romana, di notte, qualcuno si introduce e sostituisce le tessere originali dei mosaici con altre false. Si pensa che il guardiano, un emigrato russo, sia complice e favorisca ai ladri il libero accesso alla villa. Questo è il motivo per cui noi stiamo portando avanti delle indagini.
- Ho capito…Vedrò di aiutarvi, ma prima devo fare un sopralluogo al Casale. A domani! – disse incamminandosi verso l’albergo.
Al suo rientro trovò Lisi ancora al letto:
- Dove sei stato tutto questo tempo?
- Te l’ho già detto, ad un appuntamento!
- Certo, questo l’avevo capito! Ma con chi?
- Te lo ricordi quel tizio amico di Pernilla?
- Ah sì…Leonard Mac Danskin!
Arrivata la sera Mauro non prese subito sonno e decise di andare a fare una passeggiata nei pressi dell’albergo per ammirare tutte le bellezze della città. Mentre attraversava i giardini di via Roma, ebbe nuovamente l’impressione che la stessa persona della sera precedente continuasse a seguirlo.
- Ma insomma! Mi vuoi dire chi sei? - gridò spazientito Mauro guardandosi intorno. Facendo finta di niente incominciò a camminare verso l’albergo, entrò in camera e dopo un po’ qualcuno bussò alla porta:
- Chi è ?- disse Mauro. Ma nessuno gli rispose. Aprì la porta, ma non c’era nessuno. Si rimise a letto.
Dopo qualche ora qualcuno lanciava dei sassolini verso la finestra della nostra stanza. Mauro scese nella hall e trovò una busta con un messaggio:
- Tu non sai chi sono, ma incontriamoci domani davanti a quest’albergo alle 8.00.
Mauro andò a dormire inquieto.
Durante la notte feci un incubo. Urlai e svegliai mio fratello che sbalzò dal letto:
- Cos’è successo?
- C’era qualcuno seduto sulla poltrona! Che fumava!
- Cos’hai bevuto ieri sera?- mi chiese in tono scherzoso.
- Aveva un abbigliamento strano: non saprei come descrivertelo...un gonnellino, un mantello e sotto… dei leggins!!
- Sìì !Uno scozzese che ti sei portata in valigia dalla nostra missione in Scozia!!
- Non fare lo stupido! Io mi sono spaventata! Era un uomo serio, teneva in mano una piantina della Villa del Casale: voleva suggerirmi qualcosa, ma non parlava.
- Ma sai che mi ricorda qualcuno?
- Davvero!...Chi?
- Sì, mi pare si chiami Marco Trigona; Leonard mi ha detto che era un barone di Piazza Armerina che morì nel 1598 e istituì un lascito per la costruzione di un edificio religioso di questa città, il Duomo.
Egli è stato immortalato in cinque statue proprio perché ha fatto costruire la Cattedrale. Suo era il palazzo che si trova accanto alla Chiesa. Sulla stessa piazza si può ancora vedere una statua in bronzo che lo raffigura. È proprio come lo hai descritto tu!
Dopo essermi tranquillizzata, ci preparammo per raggiungere gli Scavi. Mauro si era svegliato presto, e puntuale, alle 8, si era messo dinanzi l’ingresso dell’albergo ad aspettare la persona che gli aveva inviato quel messaggio, ma non aveva trovato nessuno e si era molto arrabbiato pensando che qualcuno si stava prendendo gioco di lui.
Dopo aver fatto colazione ci dirigemmo verso Piazza Generale Cascino, dove aspettammo il trenino turistico per i Mosaici. Con grande sorpresa vedemmo alla fermata un nostro vecchio amico, un collega di Mauro:
- Che ci fai qui?
Era Kieran, un ragazzo molto bello che vestiva con i primi abiti che trovava nell’armadio, non li cambiava mai.
- Sto partecipando alla missione archeologica del mio professore nella zona di Agrigento, non lontano da qui, così ho pensato di venire a visitare la celebre Villa Romana di Piazza Armerina. E voi cosa ci fate qui?
- Stiamo indagando proprio su un crimine compiuto là. Vuoi aiutarci?
- Sì volentieri, il caso mi appassiona, prenoterò una camera nel vostro stesso albergo.
Kieran si unì a noi e dopo un quarto d’ora giungemmo in contrada Casale, ai piedi del Monte Mangone. La superficie dell’area archeologica è di circa 3.500 mq. Tutto intorno si vedono pini, olmi, pioppi, e una volta, mi avevano raccontato dei vecchietti conosciuti in Piazza Cascino, c’erano anche dei rigogliosi noccioleti.
Ci accolse Leonard e visitammo la zona termale della villa: il tepidarium, il frigidarium e i calidaria. Questi locali delle ville romane erano munite di ipocausto, costituito da due pavimenti all’interno dei quali circolava aria calda. Poi il frigidarium, che doveva essere l’ambiente più bello delle terme: a forma ottagonale, serviva per i bagni freddi. Avevo studiato all’università la Villa Romana e sapevo tutto su quel sito.
- Perbacco! È tutto bellissimo visto dal vivo!
Arrivammo nell’aula basilicale:
- Wow!- gridammo – Guarda quelle colonne di granito rosso! Purtroppo il pavimento mosaicato qui è danneggiato…
Come per incanto tra quelle colonne si materializzò il fantasma di Marco Trigona che mi era apparso la notte precedente. Senza pronunciare una parola, mi guidò serio serio tra le rovine della Villa.
- Meno male che sei arrivato! – esclamò Lisi.
- Ma con chi stai parlando?- mi chiese Mauro meravigliato - Hai la febbre?
In quel momento vibrò il mio i-pad; era arrivata una mail:
- “Fate molta attenzione ad una persona che spia le vostre mosse da vicino! Per risolvere il caso della Villa dovete studiare le imprese dell’ uomo più forte dell’antichità!”.
Raccontai l’ accaduto a Mauro e lui si procurò la mappa del sito. Aveva già risolto l’indovinello: doveva solo scoprire dove si trovassero i mosaici che raffiguravano le imprese di quell’eroe: erano nel triclinio. Per arrivarci percorremmo il corridoio della Grande Caccia, entrammo nel Cortile ellittico e da lì ci trovammo in una grande sala. Appena entrati, vedemmo dodici rappresentazioni mosaicate, raffiguranti… il valoroso Ercole, appunto. Da quel momento incominciammo a lavorare intensamente alla ricerca di alcuni indizi utili per incastrare i ladri e facemmo numerosi rilievi.
- Abbiamo a che fare con dei veri esperti! esclamai.
Mandammo i rilievi alla scientifica e l’indomani ricevemmo i risultati.
- Come sospettavo!
- C’erano anche delle impronte che appartenevano a scarpe di produzione russa.
Ritornammo più volte alla Villa per verificare la presenza di altri indizi. Anche Kieran si era appassionato al caso:
- Ma vi siete resi conto che in tutto questo…io ieri sera ho dimenticato di vedere la partita del Celtic contro il Manchester!? Non ne ho mai perso una dalla mia nascita! Accidenti a voi, ai russi e a queste pietruzze!!!
Kieran era arrabbiato per aver perso la sua partita, ma non diceva sul serio ed era consapevole dell’importanza dei beni culturali in generale e della Villa del Casale in particolare.
Una mattina entrammo nel magazzino dove i tecnici restauratori riponevano i loro attrezzi e mi cadde il cellulare.
- Sei proprio sbadata!-mi sgridò Mauro, e appoggiò il piede su una pietra, che si mosse.
- Accidenti!- esclamò Mauro. - Stavo per cadere!
- Guarda! C’ è un buco. Forse è un passaggio segreto!
- Ma sì, adesso ho capito! I russi per passare inosservati entrano da questo passaggio!- esclamò Mauro.
- Voglio vedere dove va a finire.
- Fermati Lisi! Chiamiamo la scientifica, potremmo “inquinare” la scena del crimine!
- Hai ragione.
Arrivò la scientifica e, insieme con due poliziotti, percorremmo il passaggio sotterraneo: terminava in un canale e portava alle terme. Allora lo seguimmo.
I mosaici dei pavimenti della zona termale rappresentavano giochi sportivi e gli atleti tenevano delle fiaccole nella mano destra. Mentre ammiravo quelle meraviglie, mi accorsi che Mauro stava interrogando una delle guide turistiche:
- Ha notato qualcosa di strano negli ultimi giorni?- chiese ad una giovane donna.
- No, no… io non ho visto niente! rispose un po’ preoccupata.
- Si sente bene? - le chiese Mauro.
- Sì, sì… va tutto bene. E scappò via.
Tornammo in albergo, perché si era fatto tardi e, andando nella nostra camera, incontrammo Leonard:
- Ciao Leonard!
- Salve ragazzi!
- Come mai sei qui?- Gli chiedemmo.
- Vi stavo cercando!
- In verità anche noi ti stavamo cercando! Dobbiamo dirti una cosa importante! Siamo stati alla Villa e una delle guide ha mostrato un comportamento alquanto strano. Non sappiamo il perché, ma il suo modo di parlare ci ha un po’ insospettiti. Stiamo indagando e … chissà magari scopriremo qualcosa!
- Ha un accento straniero, tra le altre cose…Credo che sia anche lei una russa - affermai.
Portammo in commissariato la donna, ma lei, alle domande che le rivolgevano i poliziotti, rispondeva sempre e solo:- Non so di cosa voi stare parlando!
I sospetti su di lei permanevano, perché quando questa donna parlava si mostrava insicura di sé e di ciò che diceva.
Arrivò la domenica e io, stanca del lavoro compiuto tutta la settimana, decisi di prendermi una pausa: feci una passeggiata verso il centro storico. Arrivata davanti la bellissima scalinata della Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, detta anche la Collegiata dei Gesuiti, vidi una ragazza triste e sconsolata; intenerita le parlai e mi presentai:
- Ciao! Sono Lisi! Perché sei così triste?
Lei mi guardò e rispose:
- Piacere Cristel! Effettivamente sono disperata…
- Facciamo una passeggiata verso il Duomo?
Cristel accettò e così ci incamminammo. Per strada incominciammo a conoscerci meglio. Mi raccontò:
- Mia madre lavora come guida alla Villa. Un tempo eravamo una famiglia rispettabile, ma poi, per il vizio di mio padre, il gioco, perdemmo tutto e fummo costretti a diventare complici di una banda di malfattori.
- Scusa, mi puoi ripetere il tuo nome?
- Cristel, Cristel Golodof.
Sconvolta la lasciai con una scusa e corsi subito da Mauro a riferirgli l’accaduto.
- Mauro, Mauro…- urlai.
- Ferma, so tutto! Mentre tu eri fuori a divertirti sono tornato alla Villa e nel magazzino dei tecnici ho trovato un piccolo cofanetto che conteneva dei risparmi, una pistola e un blocchetto di appunti con su scritte cifre a più zeri e un nome in codice:“ Mister T.M.”. Quando sono uscito ho incontrato la guida e insieme con lei c’era un uomo; lei mi ha detto che era un collega e si chiamava Tano Mancuso. Oggi ho verificato nell’elenco delle guide autorizzate: non c’è nessun Gaetano Mancuso!
Non ho collegato subito tutti questi indizi, ma nel pomeriggio ci ho ripensato e ho chiamato subito la polizia. Ho appreso dall’ispettore Maso che quest’uomo aveva dei precedenti penali e che la guida russa aveva dei seri problemi economici: ipoteche sulla casa e sui terreni.
- Andiamo subito alla Villa! Li troveremo con le mani nel sacco!
- Sì, andiamo! Ho già chiamato la polizia.
Entrammo e trovammo la guida che stava trafficando nel tepidarium con Mancuso. I due scapparono per i passaggi segreti e noi li inseguimmo.
Dopo un bel po’ li acciuffammo e la guida confessò che si era messa a trafficare con i malviventi siciliani per problemi economici.
Rientrando, sull’aereo, pensai che era stata una delle missioni più difficili, ma ne era valsa la pena: adesso gli scavi della Villa Romana erano salvi!
Lasciando la Sicilia, mentre sorvolavamo l’Etna, pensai:
- Chissà in quale posto nel mondo ci porterà la prossima missione!

 

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