Era una giornata come
tante e mi trovavo con le mie colleghe ad una
pesantissima lezione di Numismatica.
All’improvviso squillò il cellulare, che avevo
dimenticato di spegnere:
- Perbacco!- sussurrai tra me e me.
Il professore mi fulminò con uno dei suoi sguardi,
facendomi sprofondare dalla vergogna. Alla fine della
lezione richiamai:
- Mauro, come ti salta in mente di chiamarmi nel bel
mezzo della lezione del professor Quattrocchi ?
- Chiii?
- Niente…lascia perdere... Ma cosa avevi di così urgente
da dirmi?
- Vediamoci a casa e poi ti spiegherò! Mi raccomando:
sii puntuale!
Arrivata a casa lo trovai con le valigie pronte e in
mano due biglietti d’aereo:
- Uffa! Dove mi porterai questa volta?
- Archeologia romana: che voto hai preso?
- Trenta, ma cosa c’entra adesso?
- Non ho tempo di spiegarti.
Saliti sull’aereo aspettavo una risposta:
- Adesso vuoi dirmi dove stiamo andando?
- Mamma mia! Quanto sei curiosa!
Per tutto il viaggio non ne parlammo più: atterrammo
all’aeroporto di Catania e poi prendemmo un autobus per
Piazza Armerina.
Giunti in albergo Mauro ricevette una telefonata al
cellulare: era Leonard Mac Daskin, un vecchio amico
archeologo di Pernilla che aveva lavorato agli scavi del
Casale.
- Sono Leonard! - disse una strana voce.
- Leonard chi?...Ah sì, ora ricordo! esclamò Mauro.
- Sono a Piazza Armerina perché è successo qualcosa di
strano alla Villa Romana - spiegò.
- Io sono arrivato proprio in questo momento- disse
Mauro.
- Perfetto! Allora incontriamoci in Piazza Duomo,
davanti alla statua di Marco Trigona.
- Va bene!
L’indomani mattina Mauro si svegliò presto per andare
all’appuntamento e Lisi:
- Dove stai andando?
- Ad un appuntamento con Leonard.
- Ok, allora ci vediamo dopo: io resto a dormire.
- Ciao.
Mauro percorse la via Roma ed entrò nei giardini
pubblici che si trovano su quella strada; mentre
osservava gli alberi secolari, ebbe la sensazione che
qualcuno lo seguisse.
- Chi c’è?- gridò guardandosi intorno.
Qualcuno era uscito da dietro un cespuglio ed era
scappato via. Mauro continuò per la sua strada.
Attraversò la Piazza Garibaldi, dove ha sede il
Municipio della città e la chiesa Fundrò, un altro sito
Unesco, salì per via Cavour e arrivò in Piazza Duomo,
dove trovò Leonard che lo aspettava.
Egli era un giovane alto, dai capelli neri, con una
corta barba nera, occhi blu, sempre vestito
elegantemente e con un raffinato cappello grigio.
- Che bel posto!
- La facciata della Cattedrale con questa scalinata in
pietra è stupenda! E il Palazzo Trigona!
- Sì lo credo anch’io! Questa cittadina ha proprio un
bel centro storico! E anche la visuale, da questa parte,
è molto bella!
- Già... Beh, comunque, andiamo al sodo. Volevo
spiegarti la ragione per cui abbiamo richiesto l’aiuto
dell’Unesco. Abbiamo scoperto che agli scavi della Villa
Romana, di notte, qualcuno si introduce e sostituisce le
tessere originali dei mosaici con altre false. Si pensa
che il guardiano, un emigrato russo, sia complice e
favorisca ai ladri il libero accesso alla villa. Questo
è il motivo per cui noi stiamo portando avanti delle
indagini.
- Ho capito…Vedrò di aiutarvi, ma prima devo fare un
sopralluogo al Casale. A domani! – disse incamminandosi
verso l’albergo.
Al suo rientro trovò Lisi ancora al letto:
- Dove sei stato tutto questo tempo?
- Te l’ho già detto, ad un appuntamento!
- Certo, questo l’avevo capito! Ma con chi?
- Te lo ricordi quel tizio amico di Pernilla?
- Ah sì…Leonard Mac Danskin!
Arrivata la sera Mauro non prese subito sonno e decise
di andare a fare una passeggiata nei pressi dell’albergo
per ammirare tutte le bellezze della città. Mentre
attraversava i giardini di via Roma, ebbe nuovamente
l’impressione che la stessa persona della sera
precedente continuasse a seguirlo.
- Ma insomma! Mi vuoi dire chi sei? - gridò spazientito
Mauro guardandosi intorno. Facendo finta di niente
incominciò a camminare verso l’albergo, entrò in camera
e dopo un po’ qualcuno bussò alla porta:
- Chi è ?- disse Mauro. Ma nessuno gli rispose. Aprì la
porta, ma non c’era nessuno. Si rimise a letto.
Dopo qualche ora qualcuno lanciava dei sassolini verso
la finestra della nostra stanza. Mauro scese nella hall
e trovò una busta con un messaggio:
- Tu non sai chi sono, ma incontriamoci domani davanti a
quest’albergo alle 8.00.
Mauro andò a dormire inquieto.
Durante la notte feci un incubo. Urlai e svegliai mio
fratello che sbalzò dal letto:
- Cos’è successo?
- C’era qualcuno seduto sulla poltrona! Che fumava!
- Cos’hai bevuto ieri sera?- mi chiese in tono
scherzoso.
- Aveva un abbigliamento strano: non saprei come
descrivertelo...un gonnellino, un mantello e sotto… dei
leggins!!
- Sìì !Uno scozzese che ti sei portata in valigia dalla
nostra missione in Scozia!!
- Non fare lo stupido! Io mi sono spaventata! Era un
uomo serio, teneva in mano una piantina della Villa del
Casale: voleva suggerirmi qualcosa, ma non parlava.
- Ma sai che mi ricorda qualcuno?
- Davvero!...Chi?
- Sì, mi pare si chiami Marco Trigona; Leonard mi ha
detto che era un barone di Piazza Armerina che morì nel
1598 e istituì un lascito per la costruzione di un
edificio religioso di questa città, il Duomo.
Egli è stato immortalato in cinque statue proprio perché
ha fatto costruire la Cattedrale. Suo era il palazzo che
si trova accanto alla Chiesa. Sulla stessa piazza si può
ancora vedere una statua in bronzo che lo raffigura. È
proprio come lo hai descritto tu!
Dopo essermi tranquillizzata, ci preparammo per
raggiungere gli Scavi. Mauro si era svegliato presto, e
puntuale, alle 8, si era messo dinanzi l’ingresso
dell’albergo ad aspettare la persona che gli aveva
inviato quel messaggio, ma non aveva trovato nessuno e
si era molto arrabbiato pensando che qualcuno si stava
prendendo gioco di lui.
Dopo aver fatto colazione ci dirigemmo verso Piazza
Generale Cascino, dove aspettammo il trenino turistico
per i Mosaici. Con grande sorpresa vedemmo alla fermata
un nostro vecchio amico, un collega di Mauro:
- Che ci fai qui?
Era Kieran, un ragazzo molto bello che vestiva con i
primi abiti che trovava nell’armadio, non li cambiava
mai.
- Sto partecipando alla missione archeologica del mio
professore nella zona di Agrigento, non lontano da qui,
così ho pensato di venire a visitare la celebre Villa
Romana di Piazza Armerina. E voi cosa ci fate qui?
- Stiamo indagando proprio su un crimine compiuto là.
Vuoi aiutarci?
- Sì volentieri, il caso mi appassiona, prenoterò una
camera nel vostro stesso albergo.
Kieran si unì a noi e dopo un quarto d’ora giungemmo in
contrada Casale, ai piedi del Monte Mangone. La
superficie dell’area archeologica è di circa 3.500 mq.
Tutto intorno si vedono pini, olmi, pioppi, e una volta,
mi avevano raccontato dei vecchietti conosciuti in
Piazza Cascino, c’erano anche dei rigogliosi noccioleti.
Ci accolse Leonard e visitammo la zona termale della
villa: il tepidarium, il frigidarium e i calidaria.
Questi locali delle ville romane erano munite di
ipocausto, costituito da due pavimenti all’interno dei
quali circolava aria calda. Poi il frigidarium, che
doveva essere l’ambiente più bello delle terme: a forma
ottagonale, serviva per i bagni freddi. Avevo studiato
all’università la Villa Romana e sapevo tutto su quel
sito.
- Perbacco! È tutto bellissimo visto dal vivo!
Arrivammo nell’aula basilicale:
- Wow!- gridammo – Guarda quelle colonne di granito
rosso! Purtroppo il pavimento mosaicato qui è
danneggiato…
Come per incanto tra quelle colonne si materializzò il
fantasma di Marco Trigona che mi era apparso la notte
precedente. Senza pronunciare una parola, mi guidò serio
serio tra le rovine della Villa.
- Meno male che sei arrivato! – esclamò Lisi.
- Ma con chi stai parlando?- mi chiese Mauro
meravigliato - Hai la febbre?
In quel momento vibrò il mio i-pad; era arrivata una
mail:
- “Fate molta attenzione ad una persona che spia le
vostre mosse da vicino! Per risolvere il caso della
Villa dovete studiare le imprese dell’ uomo più forte
dell’antichità!”.
Raccontai l’ accaduto a Mauro e lui si procurò la mappa
del sito. Aveva già risolto l’indovinello: doveva solo
scoprire dove si trovassero i mosaici che raffiguravano
le imprese di quell’eroe: erano nel triclinio. Per
arrivarci percorremmo il corridoio della Grande Caccia,
entrammo nel Cortile ellittico e da lì ci trovammo in
una grande sala. Appena entrati, vedemmo dodici
rappresentazioni mosaicate, raffiguranti… il valoroso
Ercole, appunto. Da quel momento incominciammo a
lavorare intensamente alla ricerca di alcuni indizi
utili per incastrare i ladri e facemmo numerosi rilievi.
- Abbiamo a che fare con dei veri esperti! esclamai.
Mandammo i rilievi alla scientifica e l’indomani
ricevemmo i risultati.
- Come sospettavo!
- C’erano anche delle impronte che appartenevano a
scarpe di produzione russa.
Ritornammo più volte alla Villa per verificare la
presenza di altri indizi. Anche Kieran si era
appassionato al caso:
- Ma vi siete resi conto che in tutto questo…io ieri
sera ho dimenticato di vedere la partita del Celtic
contro il Manchester!? Non ne ho mai perso una dalla mia
nascita! Accidenti a voi, ai russi e a queste
pietruzze!!!
Kieran era arrabbiato per aver perso la sua partita, ma
non diceva sul serio ed era consapevole dell’importanza
dei beni culturali in generale e della Villa del Casale
in particolare.
Una mattina entrammo nel magazzino dove i tecnici
restauratori riponevano i loro attrezzi e mi cadde il
cellulare.
- Sei proprio sbadata!-mi sgridò Mauro, e appoggiò il
piede su una pietra, che si mosse.
- Accidenti!- esclamò Mauro. - Stavo per cadere!
- Guarda! C’ è un buco. Forse è un passaggio segreto!
- Ma sì, adesso ho capito! I russi per passare
inosservati entrano da questo passaggio!- esclamò Mauro.
- Voglio vedere dove va a finire.
- Fermati Lisi! Chiamiamo la scientifica, potremmo
“inquinare” la scena del crimine!
- Hai ragione.
Arrivò la scientifica e, insieme con due poliziotti,
percorremmo il passaggio sotterraneo: terminava in un
canale e portava alle terme. Allora lo seguimmo.
I mosaici dei pavimenti della zona termale
rappresentavano giochi sportivi e gli atleti tenevano
delle fiaccole nella mano destra. Mentre ammiravo quelle
meraviglie, mi accorsi che Mauro stava interrogando una
delle guide turistiche:
- Ha notato qualcosa di strano negli ultimi giorni?-
chiese ad una giovane donna.
- No, no… io non ho visto niente! rispose un po’
preoccupata.
- Si sente bene? - le chiese Mauro.
- Sì, sì… va tutto bene. E scappò via.
Tornammo in albergo, perché si era fatto tardi e,
andando nella nostra camera, incontrammo Leonard:
- Ciao Leonard!
- Salve ragazzi!
- Come mai sei qui?- Gli chiedemmo.
- Vi stavo cercando!
- In verità anche noi ti stavamo cercando! Dobbiamo
dirti una cosa importante! Siamo stati alla Villa e una
delle guide ha mostrato un comportamento alquanto
strano. Non sappiamo il perché, ma il suo modo di
parlare ci ha un po’ insospettiti. Stiamo indagando e …
chissà magari scopriremo qualcosa!
- Ha un accento straniero, tra le altre cose…Credo che
sia anche lei una russa - affermai.
Portammo in commissariato la donna, ma lei, alle domande
che le rivolgevano i poliziotti, rispondeva sempre e
solo:- Non so di cosa voi stare parlando!
I sospetti su di lei permanevano, perché quando questa
donna parlava si mostrava insicura di sé e di ciò che
diceva.
Arrivò la domenica e io, stanca del lavoro compiuto
tutta la settimana, decisi di prendermi una pausa: feci
una passeggiata verso il centro storico. Arrivata
davanti la bellissima scalinata della Chiesa di Sant’Ignazio
di Loyola, detta anche la Collegiata dei Gesuiti, vidi
una ragazza triste e sconsolata; intenerita le parlai e
mi presentai:
- Ciao! Sono Lisi! Perché sei così triste?
Lei mi guardò e rispose:
- Piacere Cristel! Effettivamente sono disperata…
- Facciamo una passeggiata verso il Duomo?
Cristel accettò e così ci incamminammo. Per strada
incominciammo a conoscerci meglio. Mi raccontò:
- Mia madre lavora come guida alla Villa. Un tempo
eravamo una famiglia rispettabile, ma poi, per il vizio
di mio padre, il gioco, perdemmo tutto e fummo costretti
a diventare complici di una banda di malfattori.
- Scusa, mi puoi ripetere il tuo nome?
- Cristel, Cristel Golodof.
Sconvolta la lasciai con una scusa e corsi subito da
Mauro a riferirgli l’accaduto.
- Mauro, Mauro…- urlai.
- Ferma, so tutto! Mentre tu eri fuori a divertirti sono
tornato alla Villa e nel magazzino dei tecnici ho
trovato un piccolo cofanetto che conteneva dei risparmi,
una pistola e un blocchetto di appunti con su scritte
cifre a più zeri e un nome in codice:“ Mister T.M.”.
Quando sono uscito ho incontrato la guida e insieme con
lei c’era un uomo; lei mi ha detto che era un collega e
si chiamava Tano Mancuso. Oggi ho verificato nell’elenco
delle guide autorizzate: non c’è nessun Gaetano Mancuso!
Non ho collegato subito tutti questi indizi, ma nel
pomeriggio ci ho ripensato e ho chiamato subito la
polizia. Ho appreso dall’ispettore Maso che quest’uomo
aveva dei precedenti penali e che la guida russa aveva
dei seri problemi economici: ipoteche sulla casa e sui
terreni.
- Andiamo subito alla Villa! Li troveremo con le mani
nel sacco!
- Sì, andiamo! Ho già chiamato la polizia.
Entrammo e trovammo la guida che stava trafficando nel
tepidarium con Mancuso. I due scapparono per i passaggi
segreti e noi li inseguimmo.
Dopo un bel po’ li acciuffammo e la guida confessò che
si era messa a trafficare con i malviventi siciliani per
problemi economici.
Rientrando, sull’aereo, pensai che era stata una delle
missioni più difficili, ma ne era valsa la pena: adesso
gli scavi della Villa Romana erano salvi!
Lasciando la Sicilia, mentre sorvolavamo l’Etna, pensai:
- Chissà in quale posto nel mondo ci porterà la prossima
missione!
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