Il Mondo di Mauro & Lisi

 

 

Racconto vincitore del concorso letterario 'M&L a Roma' - Categorie Scuole Medie
 

 MAURO, LISI E LA COLLANA DI SMERALDO
 

di Adriano Maria Murolo, Kamil Krupczak e Giorgio Alessandri
della Scuola Media "Giuseppe Sinopoli"

 Lisi si svegliò. Quando aprì gli occhi non riconobbe subito il luogo, era in una camera non molto ampia, uno scaffale semivuoto era davanti il suo letto, il resto della stanza era praticamente sommersa da scatole e borse. Ora ricordava perfettamente. La sua nuova casa. Quando da ragazza si era immaginata come sarebbe stato vivere da sola l’aveva immaginato molto più bello, e soprattutto più facile. Comunque meglio darsi da fare, aveva ancora un centinaio di scatoloni da aprire e voleva finire il prima possibile. Quando avrebbe voluto avere sua madre accanto …
Era felicissimo lui non correva, saltava gli scalini due alla volta, finalmente arrivò. Era quello. Interno ventiquattro, aprì la porta, era già qualche settimana che Lisi si era trasferita, ma a lui faceva ancora una strana impressione varcare quella soglia, si diresse verso la camera e varcò l’ingresso <<Ciao!>>.
<<Mauro! Ciao, cosa ci fai qui?>>. Lisi non era riuscita a controllarsi, gli era saltata al collo come una molla. Non riusciva ad ammetterlo ma gli mancava da morire. <<Ho una bella notizia! Mi hanno dato un’ altro incarico a Parigi, parto domani>>. L’espressione sul viso di Lisi mutò improvvisamente <<Incarichi, incarichi sempre incarichi! Non ce la faccio più!>>.
<<Pensavo ti facesse piacere! Hai sempre insistito per venire con me>>.
Lisi era decisamente esterrefatta << Non pensi che qualcuno voglia stare con i propri cari il giorno del suo compleanno?!>>.
<<Di cosa stai parlando …>>.
<<Tra due giorni è il mio compleanno! Da quando lavori all’ UNESCO dimentichi tutte le cose che per noi una volta erano importanti. Non ti riconosco più!>>. Mauro rimase immobile davanti la porta, senza parlare, non aveva mai visto Lisi così arrabbiata.
Camminava. Gli occhi fissi sul marciapiede. E se fosse vero? Che mi stia trasformando in uno di quelli per il quale il lavoro è tutto? Comunque sapeva già cosa fare, non avrebbe permesso niente e nessuno di separarlo da sua sorella. C’era solo un modo per renderla di nuovo felice. Arrivò in ufficio sicuro di quello che stava per fare. Aprì bruscamente la porta. Ma appena il direttore alzò il suo severo sguardo su di lui tutto il coraggio e la sicurezza che lo avevano accompagnato svanirono. Ma doveva farlo.
“Sto arrivando. Sono all’aeroporto. By Kieran”. Inviò il messaggio ai suoi amici italiani. Non gli era mai piaciuto viaggiare in aereo ma voleva incontrare i suoi amici compagni di mille avventure. E poi era il compleanno di Lisi, non l’avrebbe mai dimenticato. Salì sull’aereo e si sedette al suo posto cercando di non pensare a tutto il tempo che avrebbe trascorso in volo ma per rincontrare i suoi amici avrebbe sorvolato tutto il mondo.
Era sera. Roma si estendeva illuminata dalle fievoli luci dei lampioni sotto di lei. Pensava. Forse aveva esagerato quella mattina, dopotutto sbagliare è umano. Ma i suoi pensieri erano rivolti a qualcos’altro, qualche ora prima aveva ricevuto un messaggio da Kieran. Stava arrivando a Roma. Almeno qualcuno si era ricordato del suo compleanno. Chiamò un taxi e salì. <<All’aeroporto, per favore>>.
Ora si sentiva meglio. Lisi sarebbe stata felice. Ora che ci penso potremmo uscire a visitare Roma questo week-end. Non avevano mai avuto il tempo di visitare la loro città natale perché doveva sempre lavorare in ufficio o andare in giro per il mondo per qualche missione e ultimamente vedeva sua sorella sempre più di rado perché stava sempre a lavorare. Devo rimediare, per farmi perdonare dovrò farle qualche regalo l’ho fatta arrabbiare così tanto … Svoltò l’angolo e entrò in una gioielleria e comprò una collanina d’argento con uno smeraldo al centro. Il gioielliere gli disse che secondo una leggenda la collana era la chiave di un tesoro nascosto, ma lui non ci credeva. Si incamminò verso il suo appartamento, l’indomani avrebbe dato la collana a sua sorella.
Kieran si svegliò di colpo. Era nella casa di Lisi, in quello che dovrebbe diventare il salotto. Era arrivato verso sera. Aveva pensato di alloggiare in un hotel ma Lisi aveva insistito molto per ospitarlo a casa sua dove c’era un divanoletto in cui avrebbe potuto dormire. Anche se non era il massimo del confort gli faceva piacere stare con lei, ma si sorprese quando gli disse che si era trasferita già da due settimane e non aveva ancora sistemato le sue cose. Dopo che fecero colazione, si vestirono iniziarono a darsi da fare per arredare la casa. Prima aprirono i pacchi poi spostarono i mobili uno alla volta e a poco a poco l’appartamento iniziò a diventare una vera casa sistemarono le cose di Lisi. <<Sono già le due>> protestò Lisi <<Andiamo a mangiare qualcosa, ho una fame tremenda!>>.
<<Che ne dici di una pizza?>> propose Kieran <<Non ho mai mangiato una pizza>>.
<<Allora che aspetti andiamo in una pizzeria>>. Scesero le scale in silenzio e quando arrivarono davanti all’ingresso trovarono Mauro con una scatolina in mano. <<Kieran!>> esclamò. <<Da quanto tempo. Che ci fai qui?>>.
<<Lisi non te l’ha detto? Trascorrerò una settimana a Roma per visitare la città eterna>>. Mauro guardò Lisi che rimase in silenzio. <<Lisi ti devo parlare, in privato>>. Si allontanarono dove non potette sentirli.
<<Scusami per ieri non volevo farti arrabbiare così tanto. Ho chiesto al direttore le ferie per questo finesettimana e per farmi perdonare ti ho comprato questo>>. Mauro prese la scatolina che aveva in mano e la aprì. Dentro era costituta una collana d’argento splendente con uno smeraldo al centro che la lasciò a bocca aperta. << Beh,grazie tante. Adesso dimmi come posso arrabbiarmi con uno che mi fa un regalo del genere. Scusami non dovevo parlarti in quel modo>>.
<<Mi perdoni?>>.
<<Certo che ti perdono!>>.
<<Mettila al collo. Il gioielliere mi ha detto che questa collana è la chiave di un grande tesoro>>.
<<Non so come ringraziarti, Mauro>>.
<<Non c’è bisogno, sei mia sorella. Forza andiamo>>.
Uscirono tutti e tre e presero una pizza ciascuno. <<Che ne dite se andiamo a visitare la città?>>.
Kieran si affrettò a rispondere <<Sarebbe bello>>.
<<Quale autobus va in centro?>>.
<<Quello andrà bene >>.
<<Mi piacerebbe iniziare dal Colosseo>> affermò Mauro.
<<Scusa se ti contraddico ma mi piacerebbe andare a visitare la colonna di Traiano, me ne hanno parlato bene >>.
<<Ok, tu sei l’ospite >>.
Appena arrivati sul posto Lisi aveva avvertito qualcosa di strano nell’aria ma non immaginava fino a questo punto, noncuranti iniziarono a girare per la piazza. Ma appena Lisi si avvicinò alla colonna il medaglione si illuminò di una cupa luce verde che iniziò a tirarla bruscamente e più si dimenava più forte tirava. Non riusciva a urlare pensava di essere in un incubo, anzi di sicuro era un incubo. Finalmente Kieran si accorse di lei e le sfilò il ciondolo subito quello partì come un razzo e si incastrò in un bassorilievo. Subito si sentirono dei cigolii e rumore di ingranaggi che si incastravano e ruotavano e un buco abbastanza grande per far passare un uomo si aprì sul lato della colonna.
<<Lisi, lisi, tutto bene?>> Mauro accorse da lei.
<<Sì, tutto apposto ma cosa è successo?>> rispose Lisi.
<<A questo posso rispondere io>> era Kieran a parlare.
<<Dentro al ciondolo deve esserci una potente calamita e nel bassorilievo una altrettanto potente e mettendole insieme fanno in modo che si apra questa porta. In effetti il gioielliere aveva ragione è davvero la chiave di un tesoro>>.
<<Mi piacerebbe tanto sapere di quale tesoro si tratta>> controbatté Mauro <<Andiamo>>. Il buco conduceva in un corridoio molto stretto ma ben presto si allargò permettendo ai tre di passare tranquillamente. Piano piano la luce andò affievolendosi finché non fu buio pesto. <<Dovremmo essere al centro della base, dovrei avere una torcia nello zaino. Lisi riesci a prenderla?>>.
<<Ci sono quasi .. Ecco. L’ho presa >>. L’aria si illuminò di una debole luce. Ma non fecero in tempo per guardarsi intorno che precipitarono giù per quello che sembrava uno scivolo finché non caddero su una superficie di legno.
<<Dove siamo?>>.
<<Credo che sia una specie di miniera>>.
<<Una miniera! sotto la colonna di Traiano!?>>.
<<Meglio trovare una via d’uscita>>.
Si sentì un rumore di ferro come di una leva abbassata e la piattaforma su cui stavano partì su un binario.
<<Deve essere una vecchia miniera romana anche se non ne ho mai sentito parlare>> affermò Mauro. Quello sballottamento continuò per un altro quarto d’ora. Finalmente con uno schianto si fermarono, allora proseguirono a piedi per corridoi che sembravano tutti uguali, finché non pensarono di essersi persi. Ma grazie al cielo Mauro scorse una scala di legno. Allora sospirando iniziarono a salire velocemente. Quando finalmente arrivarono alla fine il sole al tramonto li accolse.
<<Come abbiamo fatto ad arrivare al Colosseo?>>chiese Lisi.
<<Andate a casa per favore, io devo dire una cosa al mio capo>>annunciò Mauro.
<<Neanche per sogno, non avrei voluto ma adesso ci sono dentro anch’io.>>disse prontamente Lisi.
<<Anch’io>> aggiunse Kieran.

L’ufficio di Mauro sembrava più piccolo di quanto se lo fosse immaginato, ci entravano massimo in due. Stava facendo una ricerca insieme a Lisi e Kieran sulla miniera che hanno scoperto. Erano apparsi tantissimi risultati ma nessuno riguardava quella sotto la colonna di Traiano. La faccenda si faceva più complicata del previsto finché non trovarono un sito di leggende metropolitane in cui si faceva riferimento a una miniera segreta sotto la città di Roma. Mauro iniziò a leggere ad alta voce << Secondo un’antica leggenda gli antichi romani scavarono una gigantesca miniera, che si dice conduca a ogni posto più importante dell’impero romano, nella quale era nascosto il tesoro del loro primo re . La sua entrata è sconosciuta ma si dice che la chiave per entrare sia un amuleto non ancora andato disperso >>.
<<Penso che parli della miniera che abbiamo trovato>> disse Mauro.
<<Avete sentito? Chissà di quale tesoro si tratta: una montagna di oro, pietre preziose >>. Lisi sembrava pensare ancora a cosa potesse essere il tesoro. Kieran invece era sovrappensiero. E se fosse una truffa? Non servirebbe un genio per architettare un piano per arricchirsi?
<< Penso che dovremmo andare di nuovo lì sotto>>.
<<Non penso che sarà facile non perdersi di nuovo>> constatò Mauro. Invece Lisi sembrava entusiasta.
<<Che ne dite se andiamo ora?>>.
<<No, è troppo tardi andiamoci domattina>> replicò Kieran.
<<Dai, forza dobbiamo sbrigarci Mauro ci aspetta lì>>. Kieran aveva sonno, aveva dormito poco quella notte mentre cercava di pensare a cosa ci fosse sotto la colonna di Traiano. Quando uscirono di casa l’autobus che dovevano prendere stava giusto per arrivare alla fermata. Salirono e aspettarono in silenzio mentre l’autobus andava verso la loro meta. Raggiunsero il posto in pochi minuti. Mauro stava davanti la colonna ad aspettarli impaziente, forse perché stava aspettando da un po’.
<<Siete in ritardo>> accusò.
<<Scusaci ma Kieran non si staccava dal letto>> disse Lisi.
<<Comunque dobbiamo sbrigaci altrimenti non avremo tempo di visitare la miniera>>. Girarono intorno la colonna finché non arrivarono al punto in cui la collana si era incastrata nel bassorilievo e aprirono la porta segreta entrarono e la richiusero. Kieran si era portato la torcia della scorsa volta per illuminare il percorso. Percorsero vari corridoi mentre Mauro cercava di disegnare una mappa. Quando rimase una sola zona da ispezionare seguirono le vie indicate da Mauro per andare a visitare l’area che probabilmente era quella dello scivolo che avevano “scoperto” l’altra volta e anche perché le altre vie conducevano a vicoli ciechi o ad altri passaggi nascosti fra i monumenti di Roma. Arrivarono al punto in cui ci sarebbe dovuto essere lo scivolo. Più avanti trovarono un buco che con uno scivolo conduceva ancora in basso. Entrarono nel buco fino a finire sulla piattaforma su cui erano stati la scorsa volta ed iniziarono ad ispezionare i corridoi. Arrivarono in una sala vuota tranne per alcuni attrezzi sparsi e qualche macchinario coperto da lenzuola.
<<Controlliamo in giro>> disse Mauro. Lui andò a vedere gli attrezzi sparsi sul pavimento mentre Lisi andò ad ispezionare cosa c’era sotto le lenzuola. Mentre Kieran controllava la stanza. Lisi si avvicinò ai macchinari nascosti e li osservò. Sembravano normali apparecchi per scavare nelle miniere ma qualcosa non quadrava. C’era un oggetto nascosto che Lisi recuperò. Era un cellulare.
<< Questo che ci fa qui!? >>.
<<Cosa hai trovato?>> chiese Mauro.
<<C’è un cellulare qui! >>.
<<Com’è possibile? Sarà una truffa! >> esclamò Mauro.
<<Ehi venite qui!>> . Era Kieran. Lo raggiunsero. Aveva trovato una porta da cui venivano strani rumori.
<< È una truffa! >> disse Kieran << È una scusa per ricavare le pietre preziose della miniera, per arricchirsi!>>.
Corsero verso i rumori finché non trovarono due uomini intenti a fuggire.
<<Lisi chiama la polizia e digli di dirigersi verso il Colosseo così potremmo bloccarli >> Mentre Lisi chiamava Mauro e Kieran inseguivano i due truffatori.
<<Dividiamoci tu a destra e io a sinistra>>. Corsero lungo i corridoi per cercare di impedire ai furfanti di fuggire. I due ladri avevano raggiunto l’uscita. Mauro e Kieran uscirono poco dopo. I ladri erano vestiti normalmente ma i due spiccavano tra la folla di turisti perché correvano senza meta. Non molto astuti. Intanto la polizia stava arrivando. I ladri si fermarono impauriti dalla loro situazione. Alla fine si arresero e si fecero arrestare dalla polizia. Lisi li raggiunse guardando la scena dell’arresto.
<<Wow Mauro, Sei riuscito a risolvere un caso anche in ferie! >>
<<Non puoi rimanere ancora un po’? >> chiese Lisi in tono dispiaciuto.
<<Mi dispiace ma devo tornare a casa >> disse Kieran.
<<Mi mancherai, Kieran >>.
<<Anche tu, Lisi >>.
<< Penso che ora dovrai tornare a casa>> si intromise Mauro.
<<Sì, meglio andare >>. Kieran si allontanò senza guardarsi indietro.
<<Oggi è il tuo ultimo giorno di ferie >> affermò Lisi <<Andiamo a casa o a fare un giro per Roma? >>.
<< Non sei stanca? Comunque che ne dici di visitare il Colosseo?>>.
<<Speriamo solo che non ti ritroverai un caso nuovo anche questa volta! >>.

 

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