Lisi
si svegliò. Quando aprì gli occhi non riconobbe subito
il luogo, era in una camera non molto ampia, uno
scaffale semivuoto era davanti il suo letto, il resto
della stanza era praticamente sommersa da scatole e
borse. Ora ricordava perfettamente. La sua nuova casa.
Quando da ragazza si era immaginata come sarebbe stato
vivere da sola l’aveva immaginato molto più bello, e
soprattutto più facile. Comunque meglio darsi da fare,
aveva ancora un centinaio di scatoloni da aprire e
voleva finire il prima possibile. Quando avrebbe voluto
avere sua madre accanto …
Era felicissimo lui non correva, saltava gli scalini due
alla volta, finalmente arrivò. Era quello. Interno
ventiquattro, aprì la porta, era già qualche settimana
che Lisi si era trasferita, ma a lui faceva ancora una
strana impressione varcare quella soglia, si diresse
verso la camera e varcò l’ingresso <<Ciao!>>.
<<Mauro! Ciao, cosa ci fai qui?>>. Lisi non era riuscita
a controllarsi, gli era saltata al collo come una molla.
Non riusciva ad ammetterlo ma gli mancava da morire.
<<Ho una bella notizia! Mi hanno dato un’ altro incarico
a Parigi, parto domani>>. L’espressione sul viso di Lisi
mutò improvvisamente <<Incarichi, incarichi sempre
incarichi! Non ce la faccio più!>>.
<<Pensavo ti facesse piacere! Hai sempre insistito per
venire con me>>.
Lisi era decisamente esterrefatta << Non pensi che
qualcuno voglia stare con i propri cari il giorno del
suo compleanno?!>>.
<<Di cosa stai parlando …>>.
<<Tra due giorni è il mio compleanno! Da quando lavori
all’ UNESCO dimentichi tutte le cose che per noi una
volta erano importanti. Non ti riconosco più!>>. Mauro
rimase immobile davanti la porta, senza parlare, non
aveva mai visto Lisi così arrabbiata.
Camminava. Gli occhi fissi sul marciapiede. E se fosse
vero? Che mi stia trasformando in uno di quelli per il
quale il lavoro è tutto? Comunque sapeva già cosa fare,
non avrebbe permesso niente e nessuno di separarlo da
sua sorella. C’era solo un modo per renderla di nuovo
felice. Arrivò in ufficio sicuro di quello che stava per
fare. Aprì bruscamente la porta. Ma appena il direttore
alzò il suo severo sguardo su di lui tutto il coraggio e
la sicurezza che lo avevano accompagnato svanirono. Ma
doveva farlo.
“Sto arrivando. Sono all’aeroporto. By Kieran”. Inviò il
messaggio ai suoi amici italiani. Non gli era mai
piaciuto viaggiare in aereo ma voleva incontrare i suoi
amici compagni di mille avventure. E poi era il
compleanno di Lisi, non l’avrebbe mai dimenticato. Salì
sull’aereo e si sedette al suo posto cercando di non
pensare a tutto il tempo che avrebbe trascorso in volo
ma per rincontrare i suoi amici avrebbe sorvolato tutto
il mondo.
Era sera. Roma si estendeva illuminata dalle fievoli
luci dei lampioni sotto di lei. Pensava. Forse aveva
esagerato quella mattina, dopotutto sbagliare è umano.
Ma i suoi pensieri erano rivolti a qualcos’altro,
qualche ora prima aveva ricevuto un messaggio da Kieran.
Stava arrivando a Roma. Almeno qualcuno si era ricordato
del suo compleanno. Chiamò un taxi e salì.
<<All’aeroporto, per favore>>.
Ora si sentiva meglio. Lisi sarebbe stata felice. Ora
che ci penso potremmo uscire a visitare Roma questo
week-end. Non avevano mai avuto il tempo di visitare la
loro città natale perché doveva sempre lavorare in
ufficio o andare in giro per il mondo per qualche
missione e ultimamente vedeva sua sorella sempre più di
rado perché stava sempre a lavorare. Devo rimediare, per
farmi perdonare dovrò farle qualche regalo l’ho fatta
arrabbiare così tanto … Svoltò l’angolo e entrò in una
gioielleria e comprò una collanina d’argento con uno
smeraldo al centro. Il gioielliere gli disse che secondo
una leggenda la collana era la chiave di un tesoro
nascosto, ma lui non ci credeva. Si incamminò verso il
suo appartamento, l’indomani avrebbe dato la collana a
sua sorella.
Kieran si svegliò di colpo. Era nella casa di Lisi, in
quello che dovrebbe diventare il salotto. Era arrivato
verso sera. Aveva pensato di alloggiare in un hotel ma
Lisi aveva insistito molto per ospitarlo a casa sua dove
c’era un divanoletto in cui avrebbe potuto dormire.
Anche se non era il massimo del confort gli faceva
piacere stare con lei, ma si sorprese quando gli disse
che si era trasferita già da due settimane e non aveva
ancora sistemato le sue cose. Dopo che fecero colazione,
si vestirono iniziarono a darsi da fare per arredare la
casa. Prima aprirono i pacchi poi spostarono i mobili
uno alla volta e a poco a poco l’appartamento iniziò a
diventare una vera casa sistemarono le cose di Lisi.
<<Sono già le due>> protestò Lisi <<Andiamo a mangiare
qualcosa, ho una fame tremenda!>>.
<<Che ne dici di una pizza?>> propose Kieran <<Non ho
mai mangiato una pizza>>.
<<Allora che aspetti andiamo in una pizzeria>>. Scesero
le scale in silenzio e quando arrivarono davanti
all’ingresso trovarono Mauro con una scatolina in mano.
<<Kieran!>> esclamò. <<Da quanto tempo. Che ci fai
qui?>>.
<<Lisi non te l’ha detto? Trascorrerò una settimana a
Roma per visitare la città eterna>>. Mauro guardò Lisi
che rimase in silenzio. <<Lisi ti devo parlare, in
privato>>. Si allontanarono dove non potette sentirli.
<<Scusami per ieri non volevo farti arrabbiare così
tanto. Ho chiesto al direttore le ferie per questo
finesettimana e per farmi perdonare ti ho comprato
questo>>. Mauro prese la scatolina che aveva in mano e
la aprì. Dentro era costituta una collana d’argento
splendente con uno smeraldo al centro che la lasciò a
bocca aperta. << Beh,grazie tante. Adesso dimmi come
posso arrabbiarmi con uno che mi fa un regalo del
genere. Scusami non dovevo parlarti in quel modo>>.
<<Mi perdoni?>>.
<<Certo che ti perdono!>>.
<<Mettila al collo. Il gioielliere mi ha detto che
questa collana è la chiave di un grande tesoro>>.
<<Non so come ringraziarti, Mauro>>.
<<Non c’è bisogno, sei mia sorella. Forza andiamo>>.
Uscirono tutti e tre e presero una pizza ciascuno. <<Che
ne dite se andiamo a visitare la città?>>.
Kieran si affrettò a rispondere <<Sarebbe bello>>.
<<Quale autobus va in centro?>>.
<<Quello andrà bene >>.
<<Mi piacerebbe iniziare dal Colosseo>> affermò Mauro.
<<Scusa se ti contraddico ma mi piacerebbe andare a
visitare la colonna di Traiano, me ne hanno parlato bene
>>.
<<Ok, tu sei l’ospite >>.
Appena arrivati sul posto Lisi aveva avvertito qualcosa
di strano nell’aria ma non immaginava fino a questo
punto, noncuranti iniziarono a girare per la piazza. Ma
appena Lisi si avvicinò alla colonna il medaglione si
illuminò di una cupa luce verde che iniziò a tirarla
bruscamente e più si dimenava più forte tirava. Non
riusciva a urlare pensava di essere in un incubo, anzi
di sicuro era un incubo. Finalmente Kieran si accorse di
lei e le sfilò il ciondolo subito quello partì come un
razzo e si incastrò in un bassorilievo. Subito si
sentirono dei cigolii e rumore di ingranaggi che si
incastravano e ruotavano e un buco abbastanza grande per
far passare un uomo si aprì sul lato della colonna.
<<Lisi, lisi, tutto bene?>> Mauro accorse da lei.
<<Sì, tutto apposto ma cosa è successo?>> rispose Lisi.
<<A questo posso rispondere io>> era Kieran a parlare.
<<Dentro al ciondolo deve esserci una potente calamita e
nel bassorilievo una altrettanto potente e mettendole
insieme fanno in modo che si apra questa porta. In
effetti il gioielliere aveva ragione è davvero la chiave
di un tesoro>>.
<<Mi piacerebbe tanto sapere di quale tesoro si tratta>>
controbatté Mauro <<Andiamo>>. Il buco conduceva in un
corridoio molto stretto ma ben presto si allargò
permettendo ai tre di passare tranquillamente. Piano
piano la luce andò affievolendosi finché non fu buio
pesto. <<Dovremmo essere al centro della base, dovrei
avere una torcia nello zaino. Lisi riesci a
prenderla?>>.
<<Ci sono quasi .. Ecco. L’ho presa >>. L’aria si
illuminò di una debole luce. Ma non fecero in tempo per
guardarsi intorno che precipitarono giù per quello che
sembrava uno scivolo finché non caddero su una
superficie di legno.
<<Dove siamo?>>.
<<Credo che sia una specie di miniera>>.
<<Una miniera! sotto la colonna di Traiano!?>>.
<<Meglio trovare una via d’uscita>>.
Si sentì un rumore di ferro come di una leva abbassata e
la piattaforma su cui stavano partì su un binario.
<<Deve essere una vecchia miniera romana anche se non ne
ho mai sentito parlare>> affermò Mauro. Quello
sballottamento continuò per un altro quarto d’ora.
Finalmente con uno schianto si fermarono, allora
proseguirono a piedi per corridoi che sembravano tutti
uguali, finché non pensarono di essersi persi. Ma grazie
al cielo Mauro scorse una scala di legno. Allora
sospirando iniziarono a salire velocemente. Quando
finalmente arrivarono alla fine il sole al tramonto li
accolse.
<<Come abbiamo fatto ad arrivare al Colosseo?>>chiese
Lisi.
<<Andate a casa per favore, io devo dire una cosa al mio
capo>>annunciò Mauro.
<<Neanche per sogno, non avrei voluto ma adesso ci sono
dentro anch’io.>>disse prontamente Lisi.
<<Anch’io>> aggiunse Kieran.
L’ufficio di Mauro sembrava più piccolo di quanto se lo
fosse immaginato, ci entravano massimo in due. Stava
facendo una ricerca insieme a Lisi e Kieran sulla
miniera che hanno scoperto. Erano apparsi tantissimi
risultati ma nessuno riguardava quella sotto la colonna
di Traiano. La faccenda si faceva più complicata del
previsto finché non trovarono un sito di leggende
metropolitane in cui si faceva riferimento a una miniera
segreta sotto la città di Roma. Mauro iniziò a leggere
ad alta voce << Secondo un’antica leggenda gli antichi
romani scavarono una gigantesca miniera, che si dice
conduca a ogni posto più importante dell’impero romano,
nella quale era nascosto il tesoro del loro primo re .
La sua entrata è sconosciuta ma si dice che la chiave
per entrare sia un amuleto non ancora andato disperso
>>.
<<Penso che parli della miniera che abbiamo trovato>>
disse Mauro.
<<Avete sentito? Chissà di quale tesoro si tratta: una
montagna di oro, pietre preziose >>. Lisi sembrava
pensare ancora a cosa potesse essere il tesoro. Kieran
invece era sovrappensiero. E se fosse una truffa? Non
servirebbe un genio per architettare un piano per
arricchirsi?
<< Penso che dovremmo andare di nuovo lì sotto>>.
<<Non penso che sarà facile non perdersi di nuovo>>
constatò Mauro. Invece Lisi sembrava entusiasta.
<<Che ne dite se andiamo ora?>>.
<<No, è troppo tardi andiamoci domattina>> replicò
Kieran.
<<Dai, forza dobbiamo sbrigarci Mauro ci aspetta lì>>.
Kieran aveva sonno, aveva dormito poco quella notte
mentre cercava di pensare a cosa ci fosse sotto la
colonna di Traiano. Quando uscirono di casa l’autobus
che dovevano prendere stava giusto per arrivare alla
fermata. Salirono e aspettarono in silenzio mentre
l’autobus andava verso la loro meta. Raggiunsero il
posto in pochi minuti. Mauro stava davanti la colonna ad
aspettarli impaziente, forse perché stava aspettando da
un po’.
<<Siete in ritardo>> accusò.
<<Scusaci ma Kieran non si staccava dal letto>> disse
Lisi.
<<Comunque dobbiamo sbrigaci altrimenti non avremo tempo
di visitare la miniera>>. Girarono intorno la colonna
finché non arrivarono al punto in cui la collana si era
incastrata nel bassorilievo e aprirono la porta segreta
entrarono e la richiusero. Kieran si era portato la
torcia della scorsa volta per illuminare il percorso.
Percorsero vari corridoi mentre Mauro cercava di
disegnare una mappa. Quando rimase una sola zona da
ispezionare seguirono le vie indicate da Mauro per
andare a visitare l’area che probabilmente era quella
dello scivolo che avevano “scoperto” l’altra volta e
anche perché le altre vie conducevano a vicoli ciechi o
ad altri passaggi nascosti fra i monumenti di Roma.
Arrivarono al punto in cui ci sarebbe dovuto essere lo
scivolo. Più avanti trovarono un buco che con uno
scivolo conduceva ancora in basso. Entrarono nel buco
fino a finire sulla piattaforma su cui erano stati la
scorsa volta ed iniziarono ad ispezionare i corridoi.
Arrivarono in una sala vuota tranne per alcuni attrezzi
sparsi e qualche macchinario coperto da lenzuola.
<<Controlliamo in giro>> disse Mauro. Lui andò a vedere
gli attrezzi sparsi sul pavimento mentre Lisi andò ad
ispezionare cosa c’era sotto le lenzuola. Mentre Kieran
controllava la stanza. Lisi si avvicinò ai macchinari
nascosti e li osservò. Sembravano normali apparecchi per
scavare nelle miniere ma qualcosa non quadrava. C’era un
oggetto nascosto che Lisi recuperò. Era un cellulare.
<< Questo che ci fa qui!? >>.
<<Cosa hai trovato?>> chiese Mauro.
<<C’è un cellulare qui! >>.
<<Com’è possibile? Sarà una truffa! >> esclamò Mauro.
<<Ehi venite qui!>> . Era Kieran. Lo raggiunsero. Aveva
trovato una porta da cui venivano strani rumori.
<< È una truffa! >> disse Kieran << È una scusa per
ricavare le pietre preziose della miniera, per
arricchirsi!>>.
Corsero verso i rumori finché non trovarono due uomini
intenti a fuggire.
<<Lisi chiama la polizia e digli di dirigersi verso il
Colosseo così potremmo bloccarli >> Mentre Lisi chiamava
Mauro e Kieran inseguivano i due truffatori.
<<Dividiamoci tu a destra e io a sinistra>>. Corsero
lungo i corridoi per cercare di impedire ai furfanti di
fuggire. I due ladri avevano raggiunto l’uscita. Mauro e
Kieran uscirono poco dopo. I ladri erano vestiti
normalmente ma i due spiccavano tra la folla di turisti
perché correvano senza meta. Non molto astuti. Intanto
la polizia stava arrivando. I ladri si fermarono
impauriti dalla loro situazione. Alla fine si arresero e
si fecero arrestare dalla polizia. Lisi li raggiunse
guardando la scena dell’arresto.
<<Wow Mauro, Sei riuscito a risolvere un caso anche in
ferie! >>
<<Non puoi rimanere ancora un po’? >> chiese Lisi in
tono dispiaciuto.
<<Mi dispiace ma devo tornare a casa >> disse Kieran.
<<Mi mancherai, Kieran >>.
<<Anche tu, Lisi >>.
<< Penso che ora dovrai tornare a casa>> si intromise
Mauro.
<<Sì, meglio andare >>. Kieran si allontanò senza
guardarsi indietro.
<<Oggi è il tuo ultimo giorno di ferie >> affermò Lisi
<<Andiamo a casa o a fare un giro per Roma? >>.
<< Non sei stanca? Comunque che ne dici di visitare il
Colosseo?>>.
<<Speriamo solo che non ti ritroverai un caso nuovo
anche questa volta! >>.
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