Lisi stava leggendo un romanzo quando
Mauro entrò nella stanza e accese la TV.
Lisi si infastidì un po’, non amava essere disturbata
quando leggeva, aveva bisogno di restare concentrata.
Cercò di non dare retta a quello che dicevano alla
televisione, ma un interessantissimo servizio del
Telegiornale catturò la sua attenzione.
“Dal 12 ottobre 2008 all’11 gennaio 2009 a Mantova,
presso Palazzo Tè, si svolge Il Cammeo Gonzaga – Le arti
preziose alla corte di Mantova, una mostra che raccoglie
la straordinaria collezione della famiglia Gonzaga
smembrata nel 1627, anno in cui i preziosi pezzi
finirono nelle mani di collezionisti di tutto il mondo.
Ora quei pezzi sono tornati nel loro luogo d’origine,
dove sono esposti creando un affascinante viaggio a
ritroso nel tempo, che ricostruisce la storia dei
Gonzaga a partire dal quindicesimo secolo.
È infatti dal ‘400 che i Gonzaga iniziano la creazione
di una straordinaria collezione che diventerà celebre in
tutto il mondo. Oltre alle opere pittoriche, i signori
di Mantova ricercano oggetti preziosi, e portano nella
reggia ducale quanto di meglio viene prodotto all’epoca
in materia di oreficeria, pietra dura, vetro e argento.
Tra le moltissime gemme antiche e moderne acquistate,
spicca per l’eccezionale qualità artistica lo splendido
Cammeo Gonzaga, di grandi dimensioni e con doppio
ritratto di una coppia imperiale. Prestato dal Museo
Statale dell’Ermitage di San Pietroburgo, questo tesoro
d’arte ritorna a Mantova dopo quattrocento anni e
rappresenta il fulcro del racconto espositivo.
La sua suggestiva storia avventurosa come un romanzo per
gli innumerevoli passaggi collezionistici – da Isabella
d’Este e Vincenzo I Gonzaga a Rodolfo II di Praga, fino
a Napoleone e allo Zar Alessandro I – si snoda in un
percorso di centoventi opere di grande bellezza e
qualità formale, concesse dai più importanti musei
internazionali. Accanto al pregiato Cammeo, oltre a
vetri, monili, oggetti preziosi, incisioni, testi a
stampa sono esposti altri oggetti raffinatissimi e
dipinti.
Allestita nello spazio delle Fruttiere di Palazzo Te, la
mostra è un affascinante viaggio nel cuore del
collezionismo più fastoso e raffinato della corte dei
Gonzaga, signori colti e illuminati, autori di una
raccolta d’arte che ancora oggi fa parlare di sé.
È veramente un’occasione da non perdere.”
Anche Mauro sembrava molto interessato alla notizia.
“Lisi, perché non ci andiamo? La mostra sembra davvero
interessante e così avremo anche l’occasione di visitare
Mantova.”
“Pensa che stavo per chiedertelo io” rispose Lisi
entusiasta.
Così Mauro e Lisi partirono per Mantova dove li
raggiunse anche il loro amico Kieran di ritorno da un
viaggio in Australia.
Appena giunti a Mantova, dopo avere depositato i bagagli
in albergo, andarono immediatamente a visitare la
mostra. Le opere esposte erano veramente straordinarie e
i ragazzi rimasero davvero molto colpiti da tutti quei
capolavori. Come era stato detto anche alla televisione
il pezzo forte della mostra era il famoso CAMMEO GONZAGA
e Lisi rimase almeno un quarto d’ora a rimirarlo.
I tre amici si godettero la mostra fino all’orario di
chiusura.
Usciti da Palazzo Te i ragazzi andarono a cena in una
trattoria tipica di cui Mauro aveva sentito parlare da
alcuni amici.
“Era da tanto che volevo assaggiare questo Risotto alla
Mantovana” disse Mauro soddisfatto “e devo dire che non
è niente male”
“Ho letto che è un piatto della cucina popolare” disse
Kieran “si chiama anche Riso alla Pilota, prende il nome
pilota da colui che lavorava alla pila del riso: lo
stabilimento in cui il riso veniva pulito, trattato e
preparato per la vendita. In questa ricetta tipica del
territorio mantovano, il riso si unisce al pesto di
maiale, animale fondamentale della cucina e del
territorio mantovano.”
Stavano piacevolmente conversando di cucina mantovana,
quando il cellulare di Mauro si mise a squillare, Mauro
rispose e subito il suo viso assunse un’espressione
preoccupata.
“Va bene, ho capito” disse “vengo subito”
“Cosa succede?” chiese Lisi in ansia.
“Non ci crederete” fece Mauro “hanno rubato il Cammeo
Gonzaga, il capo mi ha chiesto di andare immediatamente
a Palazzo Te”
“Non è possibile!” esclamò Kieran “ eravamo a Palazzo Te
nemmeno due ore fa”
“È vero” disse Mauro “ma adesso non c’è tempo da
perdere, io devo correre a ispezionare il luogo del
furto. Voi rimanete qui e godetevi il resto della cena,
poi vi racconterò tutto. Ci vediamo più tardi in
albergo.”
Mauro si recò subito a Palazzo Te, dove il suo capo
insieme ad alcuni uomini della polizia, lo stava già
aspettando. Lo accompagnarono sul luogo del furto. Dalla
teca in vetro mancava proprio il preziosissimo gioiello.
Guardandosi attorno Mauro vide che in un angolo della
sala stava un uomo dall’aria molto impaurita, contornato
da alcuni poliziotti che gli stavano facendo delle
domande.
“Chi è quell’uomo laggiù? Ha a che fare col furto?”
chiese Mauro al suo capo.
“A quanto pare è l’unico testimone dell’accaduto.”
“Abbiamo un testimone? Questo è fondamentale” disse
Mauro “ Che cosa ha detto” “Purtroppo niente di
importante, il suo racconto è molto confuso e
contraddittorio”
“Se siete d’accordo vorrei fargli anch’io qualche
domanda” disse Mauro rivolgendosi a quello che gli era
stato presentato come il capo della polizia.
“Certamente, il testimone è a sua disposizione”
“Grazie, ma non vorrei interrogarlo qui e adesso,
quell’uomo mi sembra molto spaventato, non possiamo
cercare di metterlo un po’ più a suo agio? Magari
riuscirà a ricordare qualcosa di più.”
Il testimone fu accompagnato nell’ufficio del Direttore
di Palazzo Te e fu lasciato solo con Mauro che
tendendogli la mano disse: “Mi presento, mi chiamo Mauro
Cavalieri e sono un ispettore dell’UNESCO.”
L’uomo taceva, teneva gli occhi fissi a terra e sembrava
a disagio.
“Lo so che è molto spaventato” continuò Mauro “essere
testimoni di un furto come questo non capita tutti i
giorni, ma mi creda, lei non ha niente da temere.”
Mauro e il testimone rimasero a colloquio per più di
un’ora. Quando uscirono dalla stanza Mauro disse:
“Abbiamo una descrizione. Innanzi tutto il testimone ha
parlato di due uomini, uno sarebbe alto e magro, l’altro
basso e grasso.”
Al testimone fu chiesto di rimanere a disposizione della
polizia e poi gli fu permesso di andare a casa.
Concluso l’interrogatorio Mauro raggiunse Lisi e Kieran
in albergo.
“Allora com’è andata?” si informò Lisi preoccupata.
“Non un gran che” rispose Mauro “abbiamo un testimone,
ma non ha detto molto. Sappiamo che i ladri erano due,
uno alto e magro e l’altro basso e grasso.”
“Nient’altro?” chiese Kieran.
“Nient’altro. Ci aspetta un bel po’ di lavoro se
vogliamo risolvere questo caso.”
“Direi che domani mattina dobbiamo fare un sopralluogo
in città e raccogliere il più informazioni possibile”
disse Kieran.
“Si, ora ci facciamo una bella dormita e domani mattina
ci metteremo al lavoro” concluse Mauro.
Capitolo II
Il giorno seguente i tre ragazzi si recarono nel centro
di Mantova, nella speranza di venire a conoscenza di
qualche particolare interessante.
Mentre camminavano incantati dalla bellezza di quella
piccola ma importantissima città, Lisi notò che nei
pressi della basilica di S. Andrea erano in corso dei
lavori. Si avvicinò incuriosita e vide per terra una
botola aperta. Si guardò intorno per vedere se c’era
qualcuno, ma gli operai erano occupati a scaricare un
furgone e la gente che passava pareva non curarsi del
cantiere. Senza pensarci due volte Lisi si infilò nella
botola. Lì sotto era molto buio e Lisi si sentì un po’
intimorita, andò avanti per un alcuni passi a tentoni,
seguendo la parete con le mani, poi si ricordò che in
borsetta aveva una torcia, la prese, la accese e così fu
in grado di proseguire. Il cunicolo pareva lunghissimo,
Lisi non ne vedeva la fine. Era indecisa se continuare o
meno perché aveva paura di restare intrappolata in quel
sotterraneo. Provò a chiamare Mauro col cellulare ma,
come aveva immaginato, là sotto non c’era campo. Avanzò
ancora per qualche centinaio di metri fino a quando lo
stretto cunicolo si divideva in due. Lisi si fermò, non
sapeva da che parte andare, nel silenzio sentiva il
battito del suo cuore, ma le parve anche di sentire
delle voci provenire da lontano. Decise che era meglio
tornare, anche perché era certa che Mauro e Kieran erano
in pensiero per lei.
Quando riemerse dalla botola Mauro quasi la aggredì.
“Ma si può sapere dov’eri? È mezz’ora che ti stiamo
cercando, pensavamo che ti fossi cacciata in uno dei
tuoi soliti guai!”
“Ma no” disse Lisi mortificata “mi stavo solo guardando
intorno”
Pensò che, per il momento, non avrebbe detto nulla del
tunnel sotterraneo, del resto non aveva scoperto niente
di importante.
La giornata si rivelò davvero improduttiva, i ragazzi
avevano girato per tutta Mantova ma senza risultati.
Prima di andare a dormire decisero che il giorno
seguente sarebbero tornati a Palazzo Te, sul luogo del
furto.
Il mattino dopo si alzarono presto, nessuno di loro
aveva dormito bene ed erano piuttosto scoraggiati e di
cattivo umore.
Si recarono a Palazzo Te che era ancora pieno di
poliziotti impegnati nelle ricerche e nelle indagini sul
furto.
I ragazzi chiesero di poter esaminare il luogo del furto
e un poliziotto molto gentile, mentre li accompagnava
nella sala al centro della quale c’era una teca vuota,
spiegò loro che il caso era davvero complicato perché, a
parte la descrizione del testimone, non era stato
trovato il benché minimo indizio.
Senza dire niente Mauro, Lisi e Kieran incominciarono a
ispezionare ogni angolo della sala, attenti a non
trascurare nemmeno il più piccolo particolare.
Sembrava proprio che non ci fosse niente di rilevante
finché Kieran non si accorse che, alla base del supporto
su cui poggiava la teca che aveva contenuto il Cammeo
Gonzaga, c’era un minuscolo quadratino bianco. Si chinò
per vedere meglio, gli sembrò un pezzetto di carta. Con
grande attenzione incominciò a sfilare il pezzetto di
carta da sotto il supporto. Non era facile perché il
pezzetto era davvero minuscolo e Kieran non riusciva ad
afferrarlo, inoltre aveva paura di rompere la carta.
“Lisi!” chiamò “non è che per caso hai una pinzetta
nella borsa? Voi ragazze avete sempre di tutto”
“Si, ce l’ho”disse Lisi “ma a cosa ti serve?”
“Pare che qui sotto ci sia un pezzetto di carta, vorrei
cercare di recuperarlo, ma senza romperlo”
Lisi gli porse la pinzetta e Kieran con grande
attenzione sfilò la carta da sotto il supporto. Pareva
un bigliettino arrotolato.
“Cosa aspetti, aprilo” disse Mauro che nel frattempo si
era avvicinato.
Pensa al cane 8 volte
e solo dopo saprai dove andare
Anonimo
“Pensa al cane 8 volte? Ma cosa significa” chiese Kieran
perplesso.
“Sembrerebbe un enigma” disse Mauro.
“È un enigma” disse Lisi fiera “e io so cosa significa”
Mauro e Kieran la guardarono con stupore.
“È … il canotto”
“Giusto” disse Mauro “ma cosa c’entra il canotto con
tutto questo?”
“Non lo so proprio” disse Lisi.
“Forse dovremmo comprare un canotto o noleggiarne uno”
suggerì Kieran.
“Mi sembra strano, ma non vedo altra possibilità. Scusi
agente” disse Mauro rivolgendosi al poliziotto “sa se
c’è la possibilità di noleggiare un canotto?”
Il poliziotto lì guardò un po’ sorpreso.
“Si, sulla sponda del Lago di Mezzo, ma nessuno noleggia
mai un canotto qui a Mantova, piuttosto fate un giro con
la Motonave Andes l’ambiente dei laghi è molto bello.
Sapete, Mantova è famosa soprattutto per le sue bellezze
artistiche, ma anche da un punto di vista naturalistico
è molto interessante. I nostri laghi ospitano una flora
e una fauna ricchissime, dovreste vedere i fiori di loto
e tutte le diverse specie di uccelli acquatici.”
“Grazie agente terremo presente il suo consiglio!”
Quasi di corsa i ragazzi raggiunsero il Lago di Mezzo.
“Non pensavo che fosse così lontano” disse Lisi col
fiatone “era meglio prendere un taxi”
“Smettila di lamentarti Lisi, così ti mantieni in forma”
rise Mauro.
Camminando sulla sponda del lago trovarono il posto dove
si poteva noleggiare il canotto. I ragazzi non erano
molto convinti, ma non sapevano cos’altro fare.
Mauro pagò il noleggio del canotto e si accorse che,
insieme al resto, gli avevano dato un bigliettino su cui
era scritto:
Lo troverete in Piazza Cavallotti.
Sopra c’è una spiga
A quel punto i ragazzi capirono di avere trovato una
pista, qualcuno stava fornendo loro degli indizi.
“Potrebbe essere qualche tipo di pane” disse Kieran
“chissà se in Piazza Cavallotti c’è una panetteria.”
“Andiamo a vedere” disse Lisi “a quanto pare abbiamo
trovato una pista, dobbiamo seguirla.”
In Piazza Cavallotti c’era un panificio, i ragazzi
sentirono il profumo del pane ancor prima di vederlo.
Senza perdere tempo entrarono e, proprio nel bancone
centrale videro una baguette su cui era disegnata una
spiga.
“Può darci quella baguette?” chiese Lisi.
Appena usciti dal panificio Lisi prese la baguette e la
spezzò, ne uscì una pallina di terracotta che cadde a
terra andando in frantumi. La pallina conteneva un terzo
enigma:
Iva ullas roter ledl iorogolo
“È un anagramma, la tua specialità Mauro” disse Lisi
“Si, è molto semplice, significa: vai sulla torre
dell’orologio”
“Ma cos’è, una caccia al tesoro?” chiese Lisi un po’
spazientita.
“Speriamo almeno che ci faccia scoprire qualcosa di
importante” disse Kieran.
“Ragazzi non è il momento di farsi venire dei dubbi,
sono gli unici indizi che abbiamo e solo seguendoli
sapremo se la pista è quella giusta”
Andarono alla Torre dell’Orologio e si misero a cercare.
Avevano ormai ispezionato tutta la torre senza trovare
nulla, mancava solo la stanza che conteneva il
meccanismo dell’orologio. Fu proprio lì che, dentro una
vecchia cassetta di legno trovarono una mappa.
Capitolo III
I ragazzi presero la mappa e andarono in un luogo
tranquillo dove poterla esaminare.
Osservando attentamente la mappa Lisi si accorse che
riportava anche il cunicolo nel quale si era introdotta
la mattina precedente.
“Ho capito” disse “guardate qui, questa linea
rappresenta un cunicolo sotterraneo, io ci sono entrata
ieri mattina, quando non riuscivate più a trovarmi” Lisi
fece una pausa per vedere la reazione dei ragazzi. Mauro
e Kieran avevano un’aria sbigottita.
“Vedete” continuò Lisi “il cunicolo ad un certo punto si
divide, da una parte porta proprio a Palazzo Te,
dall’altra porta in Piazza Virgiliana. Penso che qui,
dove c’è questa croce, ci sia il nascondiglio dei
ladri.”
“Ma perché non ce l’hai detto subito del cunicolo?”
disse Mauro piuttosto arrabbiato.
“Ragazzi, non è il momento di litigare” intervenne
Kieran “credo che abbiamo qualcosa di più importante da
fare”
“Hai ragione, ma con te facciamo i conti più tardi”
disse Mauro rivolto a Lisi.
Piazza Virgiliana non era molto distante e a quell’ora
il suo bellissimo giardino era affollato di bambini che
giocavano.
“Lo sapevate che fino al 1735 questa piazza era una zona
paludosa che comunicava col Lago di Mezzo?” spiegò
Mauro.
“Non lo sapevo” disse Kieran sorpreso “Vedendola adesso
sembra impossibile”
I ragazzi si diressero subito al monumento di Virgilio,
come indicato dalla mappa. Sul retro del monumento c’era
una porticina, la aprirono con cautela e sentirono delle
voci.
“Maz gli sbirri ti hanno quasi preso!”
“Siamo noi gli sbirri!!!” disse Mauro.
A quelle parole i due malviventi si diedero alla fuga.
Mauro riuscì a bloccare quello grasso, ma l’altro era
riuscito a fuggire confondendosi tra le persone che
affollavano la piazza.
“Come ti chiami?” chiese Mauro all’uomo che aveva
catturato.
“Mi chiamo Gianni Gonzaga” rispose il ladro.
“Dov’è andato il tuo complice? Ormai non hai scampo, ti
conviene dircelo” disse Lisi.
“Immagino che sia andato alla Torre dell’Orologio, lì
abbiamo un altro nascondiglio.
Lisi e Kieran portarono l’uomo che avevano preso alla
centrale di polizia, mentre Mauro andò alla Torre
dell’Orologio dove l’altro uomo, ormai in trappola, fu
costretto ad arrendersi.
Mauro, insieme alla polizia, interrogò i due uomini.
“Perché avete rubato il Cammeo Gonzaga?”
“Noi siamo discendenti della famiglia Gonzaga, il Cammeo
ci spetta di diritto!” cercarono di giustificarsi i due
uomini.
“Allora perché rubarlo!?” chiese Mauro
“Non abbiamo il testamento” risposero i ladri e
aggiunsero “il testimone era nostro complice ed è nostro
fratello, si chiama Maz Gonzaga ed era per lui che
avevamo lasciato i biglietti, perché potesse
raggiungerci nel nostro covo. Lì abbiamo nascosto anche
il Cammeo Gonzaga.”
“Ma perché avete lasciato le indicazioni sotto forma di
enigmi?” chiese Mauro.
“Gli enigmi sono la specialità di Maz. Noi temevamo che
qualcun altro potesse trovare i biglietti e speravamo
che non sarebbe stato in grado di risolverli. Invece li
avete trovati voi, che a quanto pare siete proprio in
gamba”
“Già” disse Mauro con orgoglio.
La polizia perquisì il covo dei malviventi e recuperò il
prezioso Cammeo.
Il giorno seguente tutti i giornali riportavano
l’impresa di Mauro Lisi e Kieran e la città di Mantova
volle organizzare dei festeggiamenti per ringraziare
quei ragazzi bravi e coraggiosi che avevano recuperato
il preziosissimo gioiello.
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