Il Mondo di Mauro & Lisi

 

 

 

 

Racconto vincitore del concorso letterario 'Mauro & Lisi a Mantova e Sabbioneta' (scuole elementari)

 IL CAMMEO GONZAGA

di Andrea Monaco, Francesco Parazzoli, Cecilia Soldi e Caterina Tedeschi della IV B della Scuola Primaria Pomponazzo di Mantova

     Lisi stava leggendo un romanzo quando Mauro entrò nella stanza e accese la TV.
Lisi si infastidì un po’, non amava essere disturbata quando leggeva, aveva bisogno di restare concentrata. Cercò di non dare retta a quello che dicevano alla televisione, ma un interessantissimo servizio del Telegiornale catturò la sua attenzione.
“Dal 12 ottobre 2008 all’11 gennaio 2009 a Mantova, presso Palazzo Tè, si svolge Il Cammeo Gonzaga – Le arti preziose alla corte di Mantova, una mostra che raccoglie la straordinaria collezione della famiglia Gonzaga smembrata nel 1627, anno in cui i preziosi pezzi finirono nelle mani di collezionisti di tutto il mondo. Ora quei pezzi sono tornati nel loro luogo d’origine, dove sono esposti creando un affascinante viaggio a ritroso nel tempo, che ricostruisce la storia dei Gonzaga a partire dal quindicesimo secolo.
È infatti dal ‘400 che i Gonzaga iniziano la creazione di una straordinaria collezione che diventerà celebre in tutto il mondo. Oltre alle opere pittoriche, i signori di Mantova ricercano oggetti preziosi, e portano nella reggia ducale quanto di meglio viene prodotto all’epoca in materia di oreficeria, pietra dura, vetro e argento.
Tra le moltissime gemme antiche e moderne acquistate, spicca per l’eccezionale qualità artistica lo splendido Cammeo Gonzaga, di grandi dimensioni e con doppio ritratto di una coppia imperiale. Prestato dal Museo Statale dell’Ermitage di San Pietroburgo, questo tesoro d’arte ritorna a Mantova dopo quattrocento anni e rappresenta il fulcro del racconto espositivo.
La sua suggestiva storia avventurosa come un romanzo per gli innumerevoli passaggi collezionistici – da Isabella d’Este e Vincenzo I Gonzaga a Rodolfo II di Praga, fino a Napoleone e allo Zar Alessandro I – si snoda in un percorso di centoventi opere di grande bellezza e qualità formale, concesse dai più importanti musei internazionali. Accanto al pregiato Cammeo, oltre a vetri, monili, oggetti preziosi, incisioni, testi a stampa sono esposti altri oggetti raffinatissimi e dipinti.
Allestita nello spazio delle Fruttiere di Palazzo Te, la mostra è un affascinante viaggio nel cuore del collezionismo più fastoso e raffinato della corte dei Gonzaga, signori colti e illuminati, autori di una raccolta d’arte che ancora oggi fa parlare di sé.
È veramente un’occasione da non perdere.”
Anche Mauro sembrava molto interessato alla notizia.
“Lisi, perché non ci andiamo? La mostra sembra davvero interessante e così avremo anche l’occasione di visitare Mantova.”
“Pensa che stavo per chiedertelo io” rispose Lisi entusiasta.
Così Mauro e Lisi partirono per Mantova dove li raggiunse anche il loro amico Kieran di ritorno da un viaggio in Australia.
Appena giunti a Mantova, dopo avere depositato i bagagli in albergo, andarono immediatamente a visitare la mostra. Le opere esposte erano veramente straordinarie e i ragazzi rimasero davvero molto colpiti da tutti quei capolavori. Come era stato detto anche alla televisione il pezzo forte della mostra era il famoso CAMMEO GONZAGA e Lisi rimase almeno un quarto d’ora a rimirarlo.
I tre amici si godettero la mostra fino all’orario di chiusura.
Usciti da Palazzo Te i ragazzi andarono a cena in una trattoria tipica di cui Mauro aveva sentito parlare da alcuni amici.
“Era da tanto che volevo assaggiare questo Risotto alla Mantovana” disse Mauro soddisfatto “e devo dire che non è niente male”
“Ho letto che è un piatto della cucina popolare” disse Kieran “si chiama anche Riso alla Pilota, prende il nome pilota da colui che lavorava alla pila del riso: lo stabilimento in cui il riso veniva pulito, trattato e preparato per la vendita. In questa ricetta tipica del territorio mantovano, il riso si unisce al pesto di maiale, animale fondamentale della cucina e del territorio mantovano.”
Stavano piacevolmente conversando di cucina mantovana, quando il cellulare di Mauro si mise a squillare, Mauro rispose e subito il suo viso assunse un’espressione preoccupata.
“Va bene, ho capito” disse “vengo subito”
“Cosa succede?” chiese Lisi in ansia.
“Non ci crederete” fece Mauro “hanno rubato il Cammeo Gonzaga, il capo mi ha chiesto di andare immediatamente a Palazzo Te”
“Non è possibile!” esclamò Kieran “ eravamo a Palazzo Te nemmeno due ore fa”
“È vero” disse Mauro “ma adesso non c’è tempo da perdere, io devo correre a ispezionare il luogo del furto. Voi rimanete qui e godetevi il resto della cena, poi vi racconterò tutto. Ci vediamo più tardi in albergo.”
Mauro si recò subito a Palazzo Te, dove il suo capo insieme ad alcuni uomini della polizia, lo stava già aspettando. Lo accompagnarono sul luogo del furto. Dalla teca in vetro mancava proprio il preziosissimo gioiello. Guardandosi attorno Mauro vide che in un angolo della sala stava un uomo dall’aria molto impaurita, contornato da alcuni poliziotti che gli stavano facendo delle domande.
“Chi è quell’uomo laggiù? Ha a che fare col furto?” chiese Mauro al suo capo.
“A quanto pare è l’unico testimone dell’accaduto.”
“Abbiamo un testimone? Questo è fondamentale” disse Mauro “ Che cosa ha detto” “Purtroppo niente di importante, il suo racconto è molto confuso e contraddittorio”
“Se siete d’accordo vorrei fargli anch’io qualche domanda” disse Mauro rivolgendosi a quello che gli era stato presentato come il capo della polizia.
“Certamente, il testimone è a sua disposizione”
“Grazie, ma non vorrei interrogarlo qui e adesso, quell’uomo mi sembra molto spaventato, non possiamo cercare di metterlo un po’ più a suo agio? Magari riuscirà a ricordare qualcosa di più.”
Il testimone fu accompagnato nell’ufficio del Direttore di Palazzo Te e fu lasciato solo con Mauro che tendendogli la mano disse: “Mi presento, mi chiamo Mauro Cavalieri e sono un ispettore dell’UNESCO.”
L’uomo taceva, teneva gli occhi fissi a terra e sembrava a disagio.
“Lo so che è molto spaventato” continuò Mauro “essere testimoni di un furto come questo non capita tutti i giorni, ma mi creda, lei non ha niente da temere.”
Mauro e il testimone rimasero a colloquio per più di un’ora. Quando uscirono dalla stanza Mauro disse: “Abbiamo una descrizione. Innanzi tutto il testimone ha parlato di due uomini, uno sarebbe alto e magro, l’altro basso e grasso.”
Al testimone fu chiesto di rimanere a disposizione della polizia e poi gli fu permesso di andare a casa.
Concluso l’interrogatorio Mauro raggiunse Lisi e Kieran in albergo.
“Allora com’è andata?” si informò Lisi preoccupata.
“Non un gran che” rispose Mauro “abbiamo un testimone, ma non ha detto molto. Sappiamo che i ladri erano due, uno alto e magro e l’altro basso e grasso.”
“Nient’altro?” chiese Kieran.
“Nient’altro. Ci aspetta un bel po’ di lavoro se vogliamo risolvere questo caso.”
“Direi che domani mattina dobbiamo fare un sopralluogo in città e raccogliere il più informazioni possibile” disse Kieran.
“Si, ora ci facciamo una bella dormita e domani mattina ci metteremo al lavoro” concluse Mauro.

Capitolo II

Il giorno seguente i tre ragazzi si recarono nel centro di Mantova, nella speranza di venire a conoscenza di qualche particolare interessante.
Mentre camminavano incantati dalla bellezza di quella piccola ma importantissima città, Lisi notò che nei pressi della basilica di S. Andrea erano in corso dei lavori. Si avvicinò incuriosita e vide per terra una botola aperta. Si guardò intorno per vedere se c’era qualcuno, ma gli operai erano occupati a scaricare un furgone e la gente che passava pareva non curarsi del cantiere. Senza pensarci due volte Lisi si infilò nella botola. Lì sotto era molto buio e Lisi si sentì un po’ intimorita, andò avanti per un alcuni passi a tentoni, seguendo la parete con le mani, poi si ricordò che in borsetta aveva una torcia, la prese, la accese e così fu in grado di proseguire. Il cunicolo pareva lunghissimo, Lisi non ne vedeva la fine. Era indecisa se continuare o meno perché aveva paura di restare intrappolata in quel sotterraneo. Provò a chiamare Mauro col cellulare ma, come aveva immaginato, là sotto non c’era campo. Avanzò ancora per qualche centinaio di metri fino a quando lo stretto cunicolo si divideva in due. Lisi si fermò, non sapeva da che parte andare, nel silenzio sentiva il battito del suo cuore, ma le parve anche di sentire delle voci provenire da lontano. Decise che era meglio tornare, anche perché era certa che Mauro e Kieran erano in pensiero per lei.
Quando riemerse dalla botola Mauro quasi la aggredì.
“Ma si può sapere dov’eri? È mezz’ora che ti stiamo cercando, pensavamo che ti fossi cacciata in uno dei tuoi soliti guai!”
“Ma no” disse Lisi mortificata “mi stavo solo guardando intorno”
Pensò che, per il momento, non avrebbe detto nulla del tunnel sotterraneo, del resto non aveva scoperto niente di importante.
La giornata si rivelò davvero improduttiva, i ragazzi avevano girato per tutta Mantova ma senza risultati. Prima di andare a dormire decisero che il giorno seguente sarebbero tornati a Palazzo Te, sul luogo del furto.
Il mattino dopo si alzarono presto, nessuno di loro aveva dormito bene ed erano piuttosto scoraggiati e di cattivo umore.
Si recarono a Palazzo Te che era ancora pieno di poliziotti impegnati nelle ricerche e nelle indagini sul furto.
I ragazzi chiesero di poter esaminare il luogo del furto e un poliziotto molto gentile, mentre li accompagnava nella sala al centro della quale c’era una teca vuota, spiegò loro che il caso era davvero complicato perché, a parte la descrizione del testimone, non era stato trovato il benché minimo indizio.
Senza dire niente Mauro, Lisi e Kieran incominciarono a ispezionare ogni angolo della sala, attenti a non trascurare nemmeno il più piccolo particolare.
Sembrava proprio che non ci fosse niente di rilevante finché Kieran non si accorse che, alla base del supporto su cui poggiava la teca che aveva contenuto il Cammeo Gonzaga, c’era un minuscolo quadratino bianco. Si chinò per vedere meglio, gli sembrò un pezzetto di carta. Con grande attenzione incominciò a sfilare il pezzetto di carta da sotto il supporto. Non era facile perché il pezzetto era davvero minuscolo e Kieran non riusciva ad afferrarlo, inoltre aveva paura di rompere la carta.
“Lisi!” chiamò “non è che per caso hai una pinzetta nella borsa? Voi ragazze avete sempre di tutto”
“Si, ce l’ho”disse Lisi “ma a cosa ti serve?”
“Pare che qui sotto ci sia un pezzetto di carta, vorrei cercare di recuperarlo, ma senza romperlo”
Lisi gli porse la pinzetta e Kieran con grande attenzione sfilò la carta da sotto il supporto. Pareva un bigliettino arrotolato.
“Cosa aspetti, aprilo” disse Mauro che nel frattempo si era avvicinato.

Pensa al cane 8 volte
e solo dopo saprai dove andare
Anonimo

“Pensa al cane 8 volte? Ma cosa significa” chiese Kieran perplesso.
“Sembrerebbe un enigma” disse Mauro.
“È un enigma” disse Lisi fiera “e io so cosa significa”
Mauro e Kieran la guardarono con stupore.
“È … il canotto”
“Giusto” disse Mauro “ma cosa c’entra il canotto con tutto questo?”
“Non lo so proprio” disse Lisi.
“Forse dovremmo comprare un canotto o noleggiarne uno” suggerì Kieran.
“Mi sembra strano, ma non vedo altra possibilità. Scusi agente” disse Mauro rivolgendosi al poliziotto “sa se c’è la possibilità di noleggiare un canotto?”
Il poliziotto lì guardò un po’ sorpreso.
“Si, sulla sponda del Lago di Mezzo, ma nessuno noleggia mai un canotto qui a Mantova, piuttosto fate un giro con la Motonave Andes l’ambiente dei laghi è molto bello. Sapete, Mantova è famosa soprattutto per le sue bellezze artistiche, ma anche da un punto di vista naturalistico è molto interessante. I nostri laghi ospitano una flora e una fauna ricchissime, dovreste vedere i fiori di loto e tutte le diverse specie di uccelli acquatici.”
“Grazie agente terremo presente il suo consiglio!”
Quasi di corsa i ragazzi raggiunsero il Lago di Mezzo.
“Non pensavo che fosse così lontano” disse Lisi col fiatone “era meglio prendere un taxi”
“Smettila di lamentarti Lisi, così ti mantieni in forma” rise Mauro.
Camminando sulla sponda del lago trovarono il posto dove si poteva noleggiare il canotto. I ragazzi non erano molto convinti, ma non sapevano cos’altro fare.
Mauro pagò il noleggio del canotto e si accorse che, insieme al resto, gli avevano dato un bigliettino su cui era scritto:

Lo troverete in Piazza Cavallotti.
Sopra c’è una spiga

A quel punto i ragazzi capirono di avere trovato una pista, qualcuno stava fornendo loro degli indizi.
“Potrebbe essere qualche tipo di pane” disse Kieran “chissà se in Piazza Cavallotti c’è una panetteria.”
“Andiamo a vedere” disse Lisi “a quanto pare abbiamo trovato una pista, dobbiamo seguirla.”
In Piazza Cavallotti c’era un panificio, i ragazzi sentirono il profumo del pane ancor prima di vederlo. Senza perdere tempo entrarono e, proprio nel bancone centrale videro una baguette su cui era disegnata una spiga.
“Può darci quella baguette?” chiese Lisi.
Appena usciti dal panificio Lisi prese la baguette e la spezzò, ne uscì una pallina di terracotta che cadde a terra andando in frantumi. La pallina conteneva un terzo enigma:

Iva ullas roter ledl iorogolo

“È un anagramma, la tua specialità Mauro” disse Lisi
“Si, è molto semplice, significa: vai sulla torre dell’orologio”
“Ma cos’è, una caccia al tesoro?” chiese Lisi un po’ spazientita.
“Speriamo almeno che ci faccia scoprire qualcosa di importante” disse Kieran.
“Ragazzi non è il momento di farsi venire dei dubbi, sono gli unici indizi che abbiamo e solo seguendoli sapremo se la pista è quella giusta”
Andarono alla Torre dell’Orologio e si misero a cercare. Avevano ormai ispezionato tutta la torre senza trovare nulla, mancava solo la stanza che conteneva il meccanismo dell’orologio. Fu proprio lì che, dentro una vecchia cassetta di legno trovarono una mappa.

Capitolo III

I ragazzi presero la mappa e andarono in un luogo tranquillo dove poterla esaminare.
Osservando attentamente la mappa Lisi si accorse che riportava anche il cunicolo nel quale si era introdotta la mattina precedente.
“Ho capito” disse “guardate qui, questa linea rappresenta un cunicolo sotterraneo, io ci sono entrata ieri mattina, quando non riuscivate più a trovarmi” Lisi fece una pausa per vedere la reazione dei ragazzi. Mauro e Kieran avevano un’aria sbigottita.
“Vedete” continuò Lisi “il cunicolo ad un certo punto si divide, da una parte porta proprio a Palazzo Te, dall’altra porta in Piazza Virgiliana. Penso che qui, dove c’è questa croce, ci sia il nascondiglio dei ladri.”
“Ma perché non ce l’hai detto subito del cunicolo?” disse Mauro piuttosto arrabbiato.
“Ragazzi, non è il momento di litigare” intervenne Kieran “credo che abbiamo qualcosa di più importante da fare”
“Hai ragione, ma con te facciamo i conti più tardi” disse Mauro rivolto a Lisi.
Piazza Virgiliana non era molto distante e a quell’ora il suo bellissimo giardino era affollato di bambini che giocavano.
“Lo sapevate che fino al 1735 questa piazza era una zona paludosa che comunicava col Lago di Mezzo?” spiegò Mauro.
“Non lo sapevo” disse Kieran sorpreso “Vedendola adesso sembra impossibile”
I ragazzi si diressero subito al monumento di Virgilio, come indicato dalla mappa. Sul retro del monumento c’era una porticina, la aprirono con cautela e sentirono delle voci.
“Maz gli sbirri ti hanno quasi preso!”
“Siamo noi gli sbirri!!!” disse Mauro.
A quelle parole i due malviventi si diedero alla fuga. Mauro riuscì a bloccare quello grasso, ma l’altro era riuscito a fuggire confondendosi tra le persone che affollavano la piazza.
“Come ti chiami?” chiese Mauro all’uomo che aveva catturato.
“Mi chiamo Gianni Gonzaga” rispose il ladro.
“Dov’è andato il tuo complice? Ormai non hai scampo, ti conviene dircelo” disse Lisi.
“Immagino che sia andato alla Torre dell’Orologio, lì abbiamo un altro nascondiglio.
Lisi e Kieran portarono l’uomo che avevano preso alla centrale di polizia, mentre Mauro andò alla Torre dell’Orologio dove l’altro uomo, ormai in trappola, fu costretto ad arrendersi.
Mauro, insieme alla polizia, interrogò i due uomini.
“Perché avete rubato il Cammeo Gonzaga?”
“Noi siamo discendenti della famiglia Gonzaga, il Cammeo ci spetta di diritto!” cercarono di giustificarsi i due uomini.
“Allora perché rubarlo!?” chiese Mauro
“Non abbiamo il testamento” risposero i ladri e aggiunsero “il testimone era nostro complice ed è nostro fratello, si chiama Maz Gonzaga ed era per lui che avevamo lasciato i biglietti, perché potesse raggiungerci nel nostro covo. Lì abbiamo nascosto anche il Cammeo Gonzaga.”
“Ma perché avete lasciato le indicazioni sotto forma di enigmi?” chiese Mauro.
“Gli enigmi sono la specialità di Maz. Noi temevamo che qualcun altro potesse trovare i biglietti e speravamo che non sarebbe stato in grado di risolverli. Invece li avete trovati voi, che a quanto pare siete proprio in gamba”
“Già” disse Mauro con orgoglio.
La polizia perquisì il covo dei malviventi e recuperò il prezioso Cammeo.
Il giorno seguente tutti i giornali riportavano l’impresa di Mauro Lisi e Kieran e la città di Mantova volle organizzare dei festeggiamenti per ringraziare quei ragazzi bravi e coraggiosi che avevano recuperato il preziosissimo gioiello.


 

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