Il Mondo di Mauro & Lisi

 

 

Racconto vincitore del concorso letterario 'M&L a Roma' - Categorie Scuole Elementari
 

 FURTO A SAN PIETRO
(Il settimo incarico)
 

di Filippo De Amicis, Davide Di Stefano, Giorgio Durante, Valerio Levi,
Leonardo Romano, Alessandro Sassi, Lorenzo Sekules

della Scuola Elementare "Principessa Mafalda"

Primo Capitolo

 “LA CUPOLA DI SAN PIETRO”

“Dov’è Mauro ?” chiese Kieran a Lisi.
“Mauro è andato da ore da Olivier François, il nuovo capo dell’UNESCO, a chiedere un nuovo incarico”.

 

“Sappia, caro Mauro, che è inutile continuare a chiedermi un nuovo incarico. Come ben sa sono io a decidere ciò di cui si deve occupare o che deve portare a termine,ovviamente sull’UNESCO” - disse François con una voce severa fissando Mauro con il suo occhio di vetro mentre accarezzava il suo spaventatissimo coniglio nero dagli occhi rossi come il sangue.
“Scusi Olivier” rispose Mauro - “Ero troppo emozionato all’idea del 7° incarico!”
“Lo sa bene Mauro che io per lei sono il nuovo Direttore, quindi desidero esser chiamato Direttore François e non Olivier ” disse il francese mentre si voltava seduto sulla sua sedia girevole.
Mauro Cavalieri,l’Ispettore UNESCO al suo 7° incarico, era di solito coadiuvato nelle sue ricerche dalla sorella Elisabetta detta Lisi e Kieran Moynihan, un ragazzo irlandese, amico di Mauro.
Così Mauro, si voltò, e deluso uscì dalla stanza senza aggiungere altro.
Uscendo vide quindici elicotteri neri con vetri scuri che sollevavano la cupola della Basilica di San Pietro per ristrutturarla: sulle fiancate degli elicotteri era impressa una scritta illeggibile: cosa vorrà dire? pensava Mauro preoccupato, dubbioso e un po’ spaventato dalle eventuali conseguenze. Le funi che sollevavano la Cupola erano di un materiale di color arancione.

 

Nell’operazione un frammento di questo materiale si era staccato e Mauro lo raccolse e vide la scritta “..ABBIT”: quale sarà stato il significato?
Si fermò per un po’ a guardare e poi tornò a casa.
Una volta arrivato, mi raccontò che il capo François non gli aveva assegnato un nuovo incarico, ed io, da brava sorella, ne rimasi dispiaciuta.

Mauro per distrarsi si mise al pianoforte, e iniziò a suonare la sua cara “Sonata al chiaro di luna” di Beethoven, ed io accesi la televisione.
Mentre cambiavo canale, per cercare qualcosa che mi piacesse, vidi, sul Canale numero 1, un servizio speciale che parlava di un furto a San Pietro: la cupola rubata da quindici elicotteri!!

Al sentire questa notizia, Mauro rimase sconvolto e immobile, come fosse uno dei ladri.
“Mauro? Mauro? Rispondi Mauro!” mi disse, ma lui non si mosse, eppure si poteva trattare del suo nuovo incarico: ritrovare la cupola!
Glielo spiegai, gli dissi che François probabilmente gli avrebbe assegnato quell’incarico e lui finalmente si smosse e mi raccontò ciò che aveva visto.
Così uscì per strada e, bloccata la prima macchina che passava, fece scendere l’autista con una scusa qualsiasi e corse in affanno alla sede dell’UNESCO. Salì al quinto piano e si avvicinò alla porta dell’ufficio di François. Sentì delle voci sussurrare dentro la stanza e riconobbe solo quella del direttore. Le voci che ascoltò avevano un accento francese e lui non ne capì il significato.

Mauro bussò alla porta del capo e sentì il rumore di passi che correvano.
Aprì la porta di scatto e vide François che accarezzava il suo inseparabile coniglio nero. Ma non c’era nessun altro nella stanza.
Mauro notò, sotto la finestra spalancata, un piccolo pezzo di stoffa di color arancione, probabilmente parte di un vestito strappato.
“Cosa ci fa qui ?” chiese François a Mauro.
“Sono solo venuto per chiederle se posso occuparmi io del caso della famosa Cupola di San Pietro…”   
“Mi scusi gentile Direttore, è che ho visto casualmente sul TG di Canale1, un servizio che parlava di un furto a San Pietro, e più precisamente diceva che quindici elicotteri neri avevano rubato la cupola quindi ho pensato che lei mi avrebbe volentieri assegnato il caso” - disse Mauro a François.
“Mauro, lei non ha visto la fine del servizio dove dicevano che i quindici elicotteri avevano due piloti all’interno. Tra questi velivoli, undici sollevavano tutti insieme la cupola”.
“E come hanno fatto?”
“Non m’interrompa, la prego”
“Comunque ora le spiego. Undici uomini sono scesi con una fune e hanno attaccato un arpione alla cupola rimanendo collegati ai rumorosi elicotteri F520. Prima ancora che gli elicotteri decollassero, l’opera di Michelangelo si è sollevata misteriosamente da sola e così è stata trasportata via con molta facilità”.
“E gli altri quattro elicotteri?”.
“Le ho chiesto di non interrompermi! L’avrei spiegato senza il suo intervento inutile. La risposta alla sua sgarbata interruzione è che uno dei due individui a bordo dei velivoli pilotava, mentre gli altri sparavano alla polizia già intervenuta. Uno dei quattro elicotteri è stato colpito dagli agenti ed è precipitato al suolo. I due individui sfortunati erano soldati semplici di nome Kris e Jack armati fino ai denti. Se quelli erano solo soldati di grado inferiore, pensa cosa potrebbe aver posseduto il loro capo della gang, immagini un arsenale completo? E’ per questo motivo che l’incarico non le verrà assegnato, è troppo rischioso!”

Secondo Capitolo

“MAURO PROSEGUE…”

 

Il giovane Mauro uscì mesto dalla sede dell’UNESCO ma comunque convinto di proseguire l’indagine da solo.
Come tutte le altre volte non volevo lasciare da solo mio fratello e volevo assolutamente unirmi a lui per risolvere questo caso che mi sembrava veramente complicato; Mauro ci pensò un po’ su, poiché io avevo combinato un sacco di pasticci durante le ultime avvincenti missioni, ma alla fine mi rispose di SI.
“Grazie fratellone mio”, esultai con gran piacere.
Preparammo velocemente una sacca con i bagagli e partimmo subito ma già dopo dieci minuti dovemmo fermarci per riflettere: non potevamo continuare le ricerche alla cieca.
Così abbiamo fatto una sosta e, proprio nel momento in cui mio fratello stava per addentare il suo bel panino con prosciutto e mozzarella, disse: “Ce ne dobbiamo andare!”.
Io non capii subito, così chiesi una darmi una spiegazione logica alla sua corsa contro il tempo.
“Ho avuto un flashback: ho rivisto l’immagine di un pezzo di stoffa di color arancione in cui ho intravisto una lettera che sicuramente portava a una frase: purtroppo François non me l’ha fatta esaminare…ma certo! Quel pezzo di stoffa caduto dall’elicottero e questo hanno sicuramente qualcosa in comune”.
“Ma per quale motivo ti interessa tanto?”.
“Perché prima di entrare ho sentito delle voci e, quando sono entrato, ho visto una finestra spalancata con questo pezzo di stoffa per metà fuori e per metà dentro”.
Quindi prese di getto l’autostrada e andò di corsa all’ufficio del direttore che,come al solito, era via per l’ora di pranzo. Non trovò il pezzo di stoffa: si mise a rovistare nei cassetti del capo fino a quando lo trovò. In questa parte del vestito c’era chiaramente scritto qualcosa di poco decifrabile: erano frammenti di frasi e parole tagliate. Tirò fuori dalla tasca il suo pezzo di stoffa e li avvicinò: c’era scritto GANG RABBIT! Cosa voleva dire?

Terzo Capitolo

 “IL PAPA”

Decidono di tornare sul luogo del reato dove trovano un foglio di carta piegato in quattro macchiato di sangue, incastrato nella statua della Pietà di Michelangelo (bene Unesco). Su un lato c’era scritto:

“ANALIZZATE QUESTO SANGUE PRIMA DI APRIRE QUESTO MESSAGGIO”

 

Grazie alla scientifica analizzarono velocemente il sangue del foglio e scoprirono che apparteneva al Santo Padre!!
Avevano addirittura rapito il Papa che in quel momento si trovava sotto la Cupola e, visto che c’erano, pensarono di rapire anche lui per ottenere un maggiore riscatto.
Accidenti il caso si complicava parecchio!
Aprirono il foglio di carta e trovarono scritta la seguente frase:

200 MILIARDI DI EURO!!!!!!!???

Per riavere Papa e cupola chiedevano una cifra inimmaginabile. Il biglietto era firmato Gang Rabbit.
Ecco il significato della scritta!!
Per recuperare il Papa tutti si misero al lavoro, fino a coinvolgere ogni altra Chiesa, tutti gli Stati del mondo e anche l’ONU, allo scopo di raccogliere 200.000.000.000 di Euro per pagare il riscatto.
Non fu facile: problemi pratici e burocratici impedivano di procedere speditamente, ma finalmente dopo qualche giorno ogni difficoltà svanì e alla fine in Vaticano arrivò quella somma ingente che fu immediatamente girata, attraverso canali non rintracciabili, su conti correnti esteri intestati alla Gang Rabbit.
Una volta messi al sicuro i soldi, la Gang Rabbit decise di rilasciare il Papa e la Cupola di notte piena a villa Pamphili scappando subito dopo.
Appresa la buona notizia Mauro, tornò dal direttore dell’UNESCO per raccontargli tutto. Arrivato al 5° piano, entrò nella stanza di François ma la trovò vuota. Sopra la scrivania c’era un biglietto con su scritto:
Rubare cupola della basilica di San Pietro
Impedire indagini a Mauro
Preoccupato tornò in macchina e chiese a Lisi se per caso sapesse dove fosse finito François.

"Non ne ho idea, forse è andato a fare qualche commissione o al bar”.
“A proposito, mi è venuta una certa fame, andiamo a fare uno spuntino” e si avviarono verso casa.
All’improvviso sentirono un gran frastuono sopra le loro teste: guardarono su e videro un elicottero che aveva impresso sulla fiancata un’ enorme scritta rossa GANG RABBIT.
Mauro corse dietro all’elicottero per cercare di intuire dove fosse diretto ma, mentre correva, si scontrò contro il suo più affidabile amico Kieran, che stava andando da loro per cenare in compagnia davanti alla partita del Celtic, la sua squadra del cuore.
Mauro disse a Kieran: “Insegui quell’elicottero… dobbiamo capire dove è diretto!  Io, intanto chiamo Lisi, la faccio salire in macchina con me e ti raggiungiamo.” 
Egli dimostrò molta agilità e resistenza nell’inseguimento; appena avvicinati con la macchina, Kieran entrò dal finestrino e insieme raggiunsero l’elicottero.

Quarto Capitolo

“VERDETTO FINALE”

Tutta la banda della Gang Rabbit sparava all’automobile di Mauro.
Fecero prima saltare il vetro del finestrino sinistro, poi i fari anteriori fino a graffiare tutta la fiancata destra. Infine il colpo decisivo: uno di loro sparò l’ultimo colpo di proiettile contro Kieran.

Terminata la sparatoria entrarono tutti in un vicolo cieco.
Kieran era ferito ma per fortuna con il suo fedelissimo telefonino Nokia chiamò il 113, altrimenti non ce l’avrebbe fatta da solo a prenderli, con in più un braccio dolorante.
La squadra dell’Interpol girò per tutta la zona e in tutte le vie indicate da Kieran e anche dentro l’edificio prima di trovare il luogo esatto.
Sul posto, con la polizia arrivarono nello stesso istante anche Mauro e Lisi. Mauro assieme agli agenti cercò di inseguire i banditi, Lisi nel frattempo fasciava con un fazzoletto il braccio di Kieran per fermare il sangue.
Alcuni di questi malviventi si erano nascosti dentro l’edificio della sede centrale dell’Unesco e quando la squadra di agenti entrò nella stanza del nuovo capo purtroppo uno di loro venne ferito gravemente mentre il resto della squadra speciale di polizia riuscì finalmente a bloccare tutti i complici della banda.

La Gang Rabbit era composta da Bob, John, Walter, Frank, Zack, Zerry, David, Terry, Jordan, Michael, George, Mark, Dee Jay, Eddie, Lorence, Louise, Carl, Mercel, Andrew, Isabell, Paul, Cody, Pherb, Candace, Ringo, London, Marion, Theodor, Woody, Annabel ovviamente tutti sotto falso nome.
Bob, il capo banda aveva una faccia rigida e fredda come una mummia perché aveva addosso una maschera che sembrava fatta da un truccatore provetto.
Sotto quella maschera c’era allo stupore di tutti i presenti il Direttore François.
Mauro e Lisi riuscirono a catturare François, a metterlo in un sacco e a portarlo su un elicottero della Polizia per condurlo in Commissariato.
Quella vecchia volpe tentò l’ultimo colpo per scappare: ruppe il sacco con un taglierino che aveva in tasca e si aggrappò alle sbarre dell’elicottero senza che nessuno se ne accorgesse. Tirò fuori il cellulare e chiamò i suoi complici che lo raggiunsero con il loro elicottero; si affiancarono e gli lanciarono una scaletta su cui François si arrampicò.
Mauro finalmente si accorse che François era scappato con i suoi complici, chiamò Kieran e lo avvertì che la Gang Rabbit stava atterrando. Si recò quindi di corsa sul luogo dove arrivò l’elicottero e finalmente riuscirono a catturare tutta la Gang.
Tutto torna: a partire dal nome della gang e a come avessero potuto rubare la Cupola di S. Pietro, forse la più grande e pesante cupola mai costruita al mondo. Sappiamo di sicuro che è la più grande Chiesa del mondo. Quindi si presume anche della Cupola più grande del pianeta.
Nel piano del furto c’era stato un intervento iniziale, preparato con l’utilizzo di sofisticate tecnologie, che permetteva con un semplice clic di mouse di sbloccare la cupola dalla sua base per trasportarla con facilità  in qualche luogo nascosto.
Dopo gli interrogatori in questura, si venne a sapere che tutti i malviventi erano francesi/buddisti e che Bob si era camuffato sotto falsa identità. Aveva addirittura ucciso il vecchio capo Unesco per spacciarsi per lui.

Infine Mauro venne nominato Direttore UNESCO e Lisi Ispettrice UNESCO, mentre i trenta trasgressori vennero condannati all’ergastolo.

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